(ANSA) – MILANO, 22 DIC – Dal 2019 ad oggi Meta-Facebook ha
individuato 40 mila siti falsi che riproducevano le pagine di
accesso a molte sue piattaforme, tra cui la stessa Facebook,
Instagram e le chat di WhatsApp. Lo scopo era quello di rubare
le informazioni e le credenziali di login dei navigatori. Il
gruppo, capitanato da Mark Zuckerberg, ha avviato una causa
presso il tribunale federale della California, per scoprire
l’identità dei cybercriminali che hanno messo in piedi i siti
farlocchi, con l’intento di ingannare gli iscritti.
Nel giro di due anni, i portali individuati da Meta sono
stati utilizzati come destinazione di varie campagne di
phishing. In queste, i criminali spingevano le eventuali vittime
a cliccare sui menu di accesso ai servizi, mimando i famosi
social network, per ottenere i loro dati e utilizzarli per
attività illecite. “Gli attacchi di phishing – si legge nel post
sul blog in cui Meta comunica l’avvio del contenzioso legale –
attirano le vittime su un sito web che sembra essere gestito da
un’entità attendibile. Il sito, tuttavia, è falso e il suo
contenuto, analogo a quello del portale che tenta di replicare,
è finalizzato a persuadere la vittima a inserire informazioni
sensibili, come la password o l’indirizzo e-mail”. The Verge ha
analizzato il procedimento legale, scoprendo che Meta ha
denunciato anche la violazione del copyright, per l’utilizzo non
autorizzato dei marchi registrati Facebook, Instagram, Messenger
e WhatsApp. “Continueremo a collaborare con i servizi di hosting
e i fornitori per identificare e interrompere sul nascere gli
attacchi di phishing. Blocchiamo e segnaliamo in modo proattivo
i casi alla comunità di hosting e sicurezza, a chi commercia
domini, a chi offre servizi di privacy e ad altri. Meta blocca e
condivide gli indirizzi utilizzati per phishing in modo che
possano essere bloccati anche da altre piattaforme” ha spiegato
il colosso. (ANSA).
Fonte Ansa.it