Farmaco contro Parkinson causa ludopatia, Pfizer condannata

(ANSA) – TORINO, 04 MAG – Pfizer Italia è stata condannata
al pagamento di mezzo milione di euro, tra danni morali ed
economici, per gli effetti collaterali di un farmaco per la cura
del Parkinson, il Cabaser, che ha causato ludopatia e
ipersessualità in un 60enne residente nel centro Italia. A
rendere nota la decisione della Corte d’Appello di Milano, che
ha confermato la sentenza di primo grado, è lo studio legale
Ambrosio & Commodo di Torino, che ha assistito il 60enne. Nel
corso della causa i periti hanno confermato gli effetti
collaterali del farmaco, che l’uomo ha assunto dal 2001 al 2006
e che Pfizer indica nel bugiardino soltanto dal 2007.
    Il sessantenne a cui la Corte d’Appello di Milano ha
riconosciuto danni per mezzo milione di euro ha assunto il
Cabaser dal 2001 al 2006. Cinque anni che gli hanno sconvolto la
vita, trasformandolo in un giocatore incallito, durante i quali
ha utilizzato 1.802 carte di credito usa e getta per giocare
online, lui che fino ad allora non aveva mai giocato. Non solo:
è stato anche costretto a lasciare il lavoro in una azienda a
cui aveva sottratto 100mila euro, soldi che ora restituirà.
    “I primi sintomi si sono manifestati pochi mesi dopo
l’assunzione del farmaco – ha raccontato l’uomo ai giudici – Ero
diventato ipereccitato sul piano sessuale, poi ho incominciato a
giocare, credevo di essere impazzito”.
    “Le conclusioni del tribunale nel marzo scorso, con una
sentenza inedita ora confermata in Appello – spiega l’avvocato
Renato Ambrosio – arrivano dopo due complesse consulenze
tecniche cui ha partecipato attivamente anche l’azienda con un
proprio esperto, senza però convincere i qualificati periti del
giudice”.
    “L’informativa è mancata e per lungo tempo i bugiardini hanno
del tutto omesso tali informazioni vitali”, aggiunge Chiara
Ghibaudo, avvocato dello stesso studio legale. “Non abbiamo mai
messo in dubbio l’ottima azione sotto il profilo medico
riconosciuta anche dal nostro cliente – sottolinea Stefano
Bertone, altro avvocato che si è occupato della causa – ma
semplicemente il difetto per mancanza di una qualità
fondamentale, ovvero l’indicazione in foglietto illustrativo
delle reazioni avverse: gli utilizzatori devono conoscerle in
anticipo”. La causa è iniziata nel 2015. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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