“Ferragni spa, il lato oscuro di
Chiara”. Questo il titolo dell’inchiesta sulle aziende di Chiara
Ferragni che pubblica il settimanale L’Espresso, in edicola
domani, mettendo in copertina l’imprenditrice con il volto
truccato da pagliaccio. “Una rete ingarbugliata di società, una
girandola di quote azionarie – si legge sulla copertina del
periodico. Tra partner ingombranti, manager indagati e
dipendenti pagati poco. L’influencer è a capo di un impero dove
la trasparenza non è di casa”. E lei reagisce valutando azioni
legali e la diffida per un’immagine giudicata ”gravemente
lesiva”.
La scelta della foto è finita nel mirino di molti utenti dei
social che la hanno trovata di pessimo gusto, ma c’è anche
sostiene la scelta della testata. In difesa della moglie,
nonostante siano lontani per un momento di crisi, è intervenuto
anche Fedez con un post su Instagram. “A quando una bella
inchiesta sul vostro proprietario petroliere? Aspetto con
ansia”, si legge nel messaggio accompagnato da una foto del
proprietario del settimanale Donato Ammaturo, presidente del
Gruppo Ludoil Energy della famiglia, con il volto truccato da
clown allo stesso modo della moglie Ferragni sulla copertina del
settimanale. Poi ancora una scritta in sovrimpressione: “E ci
han chiuso qua da giorni, domani c’è il processo ma abbiamo un
alibi di ferro. Il mondo è pieno di stronzi”, canzone che fa da
colonna sonora al post.
Chiara Ferragni “ha dato mandato ai propri legali di valutare
ogni tipo di azione legale, incluso quella per il risarcimento
per danni patrimoniali e non patrimoniali, nei confronti della
società editrice del settimanale L’Espresso”. Contestualmente i
legali hanno “diffidato l’editore de L’Espresso dalla
pubblicazione, prevista per domani 8 marzo, del numero che
ritrae la propria assistita in copertina con le sembianze di
Joker, riservandosi ogni ulteriore azione anche all’esito delle
verifiche sul contenuto dell’articolo”. I legali di Ferragni, si
legge in una nota, “contestano la portata gravemente
diffamatoria e lesiva dell’uso fatto in copertina dell’immagine
della propria assistita palesemente denigrata e svilita proprio
nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata”.
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Fonte Ansa.it