(ANSA) – ROMA, 28 FEB – Nel novembre 2001 l’ingegnere
Mohamedou Ould Slahi, classe 1970, ingegnere in Germania e in
Canada, durante una visita alla sua famiglia in Mauritania,
viene arrestato dalla polizia e finisce su un volo della Cia
prima per la Giordania e poi per Guantanamo, come sospetto
terrorista. E’ l’inizio per lui di una prigionia durata 14 anni
senza nessuna accusa formale, nella quale ha subito ogni genere
di torture fisiche e psicologiche. Un’odissea che Slahi è
riuscito a raccontare ancora prima di essere rilasciato nel
2016, raccogliendo appunti, pubblicati nel 2015, nel memoriale
Guantanamo Diary (in Italia edito da Piemme con il titolo 12
anni a Guantanamo). Una storia che il regista premio Oscar Kevin
MacDonald ripercorre in The Mauritanian, con Tahar Rahim, nei
panni di Mohamedou e Jodie Foster in quelli dell’avvocato Nancy
Hollander che dopo anni di battaglie è riuscita a farlo uscire.
Nel cast anche Benedict Cumberbatch e Shailene Woodley.
“Non capita spesso che un film mainstream mostri questo
genere di storie dalla prospettiva di un uomo musulmano – spiega
Jodie Foster nella Q&A online con MacDonald e Rahim organizzata
da Hollywood Reporter -. Vediamo una persona che dopo aver
attraversato tutta questa sofferenza è capace ancora di amare e
perdonare. Poi c’è il tema di Guantanamo, che è ancora aperto,
una cosa folle… Lo vorremmo tutti vedere chiuso” L’interprete
premio Oscar per la sua performance ha ottenuto la candidatura
al Golden Globe come migliore attrice non protagonista, mentre
Tahar Rahim quella come miglior attore di un film drammatico.
Kevin MacDonald è subito rimasto profondamente colpito dal
libro e la prima versione della sceneggiatura: “L’ho trovata una
testimonianza di una verità assoluta ma non sapevo come rendere
tutto questo in un film”. MacDonald stava per dire no al
progetto “ma poi uno dei produttori mi ha consigliato di parlare
con Mohamedou. Immaginavo fosse traumatizzato e amareggiato.
Invece mi sono trovato davanti a un uomo pieno di humour, colto
e con una mente brillante. E’ così incredibile il modo nel quale
ha fatto pace con quello che gli era successo. E’ ciò che mi ha
convinto a fare il film”. (ANSA).
Fonte Ansa.it