Oggi il fotogiornalismo è all’apice della sua notorietà, tanto da diventare uno dei lavori del futuro, oltre ad essere uno tra i più creativi. Per approcciarsi a questa professione bisogna possedere conoscenze approfondite sulle diverse tecniche di fotografia, oltre ad avere una forte creatività.
Il fotoreporter è un lavoro molto complesso che richiede diverse competenze. Deve essere in grado di pianificare i suoi reportage, ma anche di saper cogliere l’attimo prezioso da immortalare con uno scatto.
La storia del fotogiornalismo nasce alla fine dell’800, quando il tedesco Carl Klietsch inventò la rotocalcografia, un procedimento che permetteva di ottenere una resa molto più nitida delle fotografie stampate su carta da giornale.
Il fotogiornalismo vero e proprio nasce verso la metà degli anni ‘20 del 900 in Germania. I primi fotografi a diventare esponenti di questo settore furono Erich Salomon, Felix Hans Man e Martin Munkácsi, uno dei primi fotografi di moda.
Seguirono gli anni ’30 e l’ascesa dei settimanali illustrati. La grande notorietà del fotogiornalismo verso il grande pubblico venne però dagli Stati Uniti, grazie al lavoro di settimanali come TIME, Fortune e Life.
Con la Prima e la Seconda Guerra Mondiale il fotogiornalismo diventò un vero e proprio metodo investigativo che documentava tutto quello che succedeva nei luoghi di guerra. La fotografia divenne così un vero e proprio strumento di denuncia.
Chi è il fotoreporter
Fu Henri Cartier-Bresson, uno dei fondatori della famosa agenzia Magnum Photos, a definire il lavoro del fotoreporter come la ricerca del “momento decisivo”.
Oggi un fotoreporter incarna sia la figura del giornalista che quella del fotografo. Capita spesso che sia la stessa persona a scattare le foto e scrivere le parole dell’articolo che le accompagnerà.
Il primo compito di un fotoreporter è saper scattare fotografie che rappresentino una storia, creando un documentario di immagini.
Anche se capita di accettare incarichi anche molto diversi tra loro fatti, capita spesso che un fotoreporter si specializzi in un ambito specifico, che siano eventi sportivi, ritratti di celebrità o reportage di guerra.
Il fotoreporter a lavoro: la creazione del reportage
In un reportage, la fotografia prende il sopravvento sul testo e diventa l’elemento caratterizzante che si impone in primo piano.
Il fotoreporter ha il compito di raccontare una storia attraverso le immagini.
Per far questo, si deve partire da un progetto ben strutturato. Il primo step è costituito dalla ricerca dell’argomento del proprio reportage e degli avvenimenti ad esso correlati. Un lavoro preparatorio preciso permette di ottenere una storia d’effetto ed evita al fotografo di andare alla cieca. Seguendo questi passi, le foto racconteranno una storia in modo chiaro e coinvolgente.
Prima di partire per fotografare sul posto, il fotoreporter si dedica ad un complesso lavoro preparatorio da casa, cercando luoghi e vicende che possano essere spunti interessanti per il proprio progetto.
È importante che il reportage abbia un solo argomento e che ogni immagine vada a costruire un tassello della storia. Dopo aver impostato il proprio storytelling, inizia la fase di pianificazione del viaggio e delle uscite fotografiche.
Oltre alle capacità tecniche, un fotoreporter deve essere anche in grado di parlare e porsi in maniera empatica con i propri soggetti. Deve conquistare la loro fiducia e svolgere il proprio lavoro senza tradirla.
Nello stesso istante deve far sentire il soggetto a proprio agio e pensare velocemente a quale sarebbe la struttura migliore per il proprio scatto.
La capacità di scatto del fotoreporter
Il segreto di ogni professionista nel campo del fotogiornalismo è quello di trovarsi al momento giusto nel posto giusto.
Quello che fa la differenza sul campo è la capacità di scatto, ossia essere in grado di catturare un momento significativo con una serie di immagini che abbiano un alto impatto emotivo e visivo.
Esiste un grande scoglio per tutti i fotoreporter, ossia l’utilizzo della luce naturale.
Spesso anche i più grandi professionisti dimenticano il bilanciamento della luce, presi dalla situazione e dall’urgenza. Ancora più spesso capita di pensare che si possa rimediare all’errore durante la post produzione fatta con programmi come Photoshop.
Avere creatività serve anche a questo. Non importa in che situazione si trovi, un fotoreporter deve essere in grado di ricavare una luce buona in qualsiasi modo e in poco tempo per salvare la propria fotografia.
Le regole da seguire per scattare una buona foto valgono tanto per gli amateur del settore, quanto per i fotogiornalisti. Bisogna fare attenzione alla luce, alla composizione e al momento. Il connubio di questi tre elementi consente di creare la foto perfetta.
La post produzione del fotogiornalismo
Un reportage è il frutto di una serie di scelte che non sono affatto casuali, anzi. Tutto viene preventivato a tavolino dal fotoreporter, che sul campo lascia che le situazioni e le persone che incontra lo possano stupire e cogliere di sorpresa.
Dopo aver scattato le foto, capita spesso che si debba apportare qualche piccolo miglioramento ai colori e alla resa dell’immagine
Attenzione, il lavoro non va manipolato né totalmente modificato, ma si possono fare dei cambiamenti minimi che aiutino a rendere la foto più bella.
Ad esempio, un fotoreporter potrà bilanciare meglio il bianco o procedere alla modifica di alcuni parametri secondari. L’importante è non stravolgere la resa della fotografia.
Sono tanti gli strumenti che possono essere utilizzati dal fotoreporter, da Photoshop a LightRoom, senza dimenticare i programmi online come Pixlr e le tantissime app disponibili su Android e iOS come Camera+ o Camera-FV 5. Se non ci si limita alle fotografie, sicuramente saranno utili programmi di editing video come iMovie, Avidemux o Adobe Premiere Pro.
Per saperne di più: Quali sono i lavori del futuro per le persone creative
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Fonte Fastweb.it