(ANSA) – LONDRA, 27 SET – Alla fine riesce a spuntarla il
leader laburista britannico Keir Starmer con l’approvazione, nel
corso del congresso del partito a Brighton, di una riforma del
regolamento interno che rafforza il peso della nomenclatura a
scapito di quello degli iscritti.
Decisiva per ottenere la vittoria di misura è stata
l’adesione al progetto del sindacato Unison. Si tratta comunque
di una versione più ‘soft’ dell’altra proposta avanzata dal capo
dell’opposizione (e poi bocciata) che puntava a un ritorno al
vecchio sistema in cui i parlamentari pesavano il doppio dei
tesserati al momento del voto collettivo per scegliere il nuovo
leader del Labour. La soluzione di ripiego si limita a far
passare dal 10 al 20% la soglia minima delle firme dei deputati
necessari a presentare una candidatura. Questo non può che fare
da ‘filtro’ per le future elezioni interne creando un contesto
più ostile per gli outsider e più simile al modello del Partito
conservatore. E’ stata introdotta anche una norma che quasi
blinda i deputati in carica, alzando la soglia necessaria di
militanti dei collegi di riferimento necessari a sfiduciarli e
rimetterne in discussione la ricandidatura automatica alle
successive elezioni. La riforma irrita fortemente la sinistra
del Labour: il movimento Momentum ha parlato di “colpo alla
democrazia interna inferto nonostante l’opposizione dei membri
del partito”.
Altro cambiamento è stata l’introduzione di un processo di
denuncia indipendente che valuti eventuali casi di antisemitismo
come suggeriva il rapporto della Equality and Human Rights
Commission (Ehrc), l’organismo che vigila sui casi di
discriminazione in Gran Bretagna, dopo la serie di accuse mosse
contro il Labour. (ANSA).
Fonte Ansa.it