Venerdì scorso, nella cittadina bavarese di Fürth, nella chiesa di San Paolo, è stato recitato il primo sermone non da un predicante in carne e ossa ma dall’intelligenza artificiale di ChatGpt. L’esperimento, preparato e guidato da Jonas Simmerlein, teologo e filosofo dell’Università di Vienna, ha previsto l’installazione di uno schermo al centro della chiesa, dove vari avatar hanno intonato canti e preghiere sulla falsariga di un tradizionale appuntamento della comunità protestante.
Il “pastore” virtuale ha officiato un servizio durato circa 40 minuti, incluso il sermone, le preghiere e la musica. Simmerlein, raggiunto dai media, ha spiegato di non aver creato quasi nulla di suo, visto che il 98% dei contenuti recitati proviene direttamente dall’intelligenza artificiale di OpenAI. “Ho fornito alcuni elementi al chatbot, dall’essere in chiesa al dover impersonare un predicatore” le parole del teologo alla Associated Press. “Mi sono ritrovato con un programma solido e coerente”. In realtà, la distanza tra un’IA che recita passi in chiesa e un officiante reale è ancora presente, visto che, come riprende l’Ap, qualche partecipante ha notato l’assenza di sentimento e di comunicazione da parte degli avatar, con il limite di non poter interagire in tempo reale con il celebrante. L’intero servizio è stato “guidato” da quattro diverse riproduzioni digitali sullo schermo, due donne e due uomini, che di volta in volta hanno passato la parola al pastore virtuale, nelle sembianze di un uomo di colore con una folta barba.
Fonte Ansa.it