Golden Globes, domenica i premi tra le polemiche

(ANSA) – NEW YORK, 26 FEB – Vincerà “Mank” o “Nomadland”? “Promising Young Woman”, “The Father” o “The Trial of the
Chicago 7”? Con Amy Pohler e Tina Fay a fare gli onori di casa
(Amy a Los Angeles e Tina dalla Rainbow Room di New York) e i
figli di Spike Lee nel ruolo di “ambasciatori”, i Golden Globes
andranno in onda domenica sera sulla Nbc con un formato ibrido,
virtuale e “live”.
    Con due settimane di anticipo sull’annuncio, il 15 marzo,
delle nomination degli Oscar, i premi per il miglior cinema e la
migliore tv attribuiti annualmente dai membri della Hollywood
Foreign Press, sono da tempo considerati i cugini più frivoli
degli Academy Awards – o come il comico britannico Ricky Gervais
disse durante la cerimonia del 2012: “Quello che Kim Kardashian
è rispetto a Kate Middleton”.
    Polemiche non sono mancate in passato. Quest’anno non c’è
solo la pandemia a fare ombra alla serata con un’audience
prevista di 18-20 milioni di spettatori: oltre a piangere la
scomparsa del presidente Lorenzo Soria, ucciso dal cancro la
scorsa estate, l’Hfpa deve fare i conti con le accuse del Los
Angeles Times di essere una “casta” facilmente influenzabile
dagli studi e pronta a elargire lauti compensi ai suoi membri in
barba allo status non profit dell’organizzazione. Non è l’unica
controversia sollevata dal quotidiano che fa notare come tra gli
87 membri della Hfpa non ci sia un solo afroamericano.
    L’anacronismo fa da contrappunto al fatto che nessuno dei
potenziali candidati agli Oscar per il miglior film drammatico
con un cast di colore sia entrato nella cinquina: tra gli
esclusi, “One Night in Miami” di Regina King (che ha tre
nomination in altre categorie)” e “Ma Rainey’s Black Bottom”
(due), mentre “Da 5 Bloods” di Lee è stato totalmente tagliato
fuori. Praticamente scontato invece un Globo d’oro a Chadwick
Boseman per “Ma Rainey”, la sua ultima interpretazione: sarebbe
il primo premio postumo dopo quello a Peter Finch per “Quinto
Potere”. I Globes 2021 hanno comunque fatto la storia all’insegna
dell’inclusione. Con Chloe Zhao (“Nomadland”) e Emerald Fennell
(“Promising Young Woman”), la King è una delle tre donne registe
candidate: già in sé un record, e se una di loro dovesse vincere
sarebbe una prima volta. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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