Golino, ‘la mia scabrosa e spregiudicata Arte della gioia’

Modesta è affamata, ribelle,
scostumata, impenitente, disubbidente, arrivista, libera, è una
bimba analfabeta che guarda la capra in campagna, con un padre
che abusa di lei, Modesta dà fuoco a tutto, cerca di rinascere e
lo farà altre mille volte, pronta a tutto, senza scrupoli, senza
morale, cercando amore e un altro posto nella società più in
alto possibile. Ruba la sua parte di gioia a tutto e a tutti,
innamorata tutte le volte che è stato necessario. È la
protagonista del meraviglioso romanzo di Goliarda Sapienza, nata
100 anni fa, uscito postumo e diventato un bestseller, L’arte
della gioia (Einaudi). E ora una serie tv dirompente e
magnetica, che si è guadagnata l’anteprima mondiale a Cannes,
nel giorno in cui la regista e cosceneggiatrice Valeria Golino è
celebrata con un Rendez Vous, una lezione di cinema che
quest’anno condivide con Meryl Streep e George Lucas.
    Modesta è Tecla Insolia (giovane e talentuosa) in sei puntate
prodotte da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film e che
uscirà in sala, in due parti, con Vision Distribution la prima
dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno. Nella Sicilia del ‘900, Jasmine Trinca è la madre superiora Leonora, nobile nel
convento perché aveva osato amare il gabellotto (Guido Caprino),
che accoglierà la bambina come una figlia e poi come un’amante.
    Valeria Bruni Tedeschi sua madre, la principessa Gaia dei
Brandiforti, una donna egocentrica, d’altri tempi, annoiata,
intelligente, volitiva.
    Dice Valeria Golino: “Ho conosciuto Goliarda a 18 anni, è
stata la mia coach di dizione sul set in Storia d’amore di
Francesco Maselli, ero troppo giovane e ora rimpiango di non
averla frequentata. Il suo libro mi ha rapita, prima da lettrice
e poi da autrice, così quando Viola Prestieri è riuscita a
prenderne i diritti mi sono gettata con passione in questo
progetto, è stata una scelta sentimentale. Il mondo di Goliarda
ti turba, è scabroso, ha un eros morboso”.
    Dal libro alla serie si moltiplica l’effetto e il risultato è
qualcosa mai visto prima. “Modesta e tutti gli altri personaggi
femminili – risponde all’ANSA la regista – sono interessanti,
complicati, molto fuori dagli archetipi, giocano con gli
archetipi, rompendoli in continuazione. Modesta è un unicum
nella letteratura italiana, molto raro anche nell’audiovisivo.
    Va oltre la modernità, è molto avanti a noi anche adesso questa
donna così poco edificante”. C’è un femminile diverso da
raccontare, “un femminile pieno di difetti che di solito sono
nei personaggi maschili, nei grandi anti-eroi. Modesta una volta
tanto è una donna senza sensi di colpa”, aggiunge coinvolta la
regista che ha scritto con Velia Santella, Francesca Marciano,
Luca Infascelli, Stefano Sardo.
    Per Golino, è la terza volta da regista a Cannes (con Miele e
Euforia, entrambi presentati a Un Certain Regard). Jasmine
Trinca, una sensuale e rosa dal desiderio madre superiora,
spiega che “Leonora è uno specchio di Modesta. Mi piacerebbe che
le spettatrici, le più giovani, non vedessero L’arte della gioia
come un evento di rottura, ma di completamento acquisito del
racconto del femminile, potessero guardarla non come madre
Leonora la guarda, impossibile ad autorizzarsi al desiderio. Gli
uomini hanno un privilegio incarnato, nel possibile e nel
lecito, le donne devono prenderselo”.
    Parla di serie “simbolo del Women Empowerment”, di
emancipazione, Nils Hartmann, executive vice president di Sky
Studios Italia, che Golino ha ringraziato pubblicamente. Nel
cast di questo “inno alla libertà, all’autodeterminazione ma
anche al dissenso e alla disobbedienza” ci sono anche Alma Noce,
Giovanni Bagnasco, Giuseppe Spata.
   

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Fonte Ansa.it

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