(ANSA) – MILANO, 18 FEB – Le emissioni di carbonio associate
all’infrastruttura cloud possono rappresentare una parte
considerevole dell’impronta ambientale totale di un’azienda. Per
aiutare le imprese a conoscere come poter ridurre il proprio
impatto, Google Cloud ha presentato Carbon Sense, una raccolta
di funzionalità utili a programmare azioni mirate alla riduzione
delle emissioni di Co2. “Abbiamo constatato la presenza di oltre
600.000 kg di CO2e in progetti apparentemente inattivi su Google
Cloud” spiega il gruppo. “I clienti possono ora identificarli
facilmente, rimuoverli e ottimizzarne l’uso, per ridurre la loro
impronta di carbonio. In Carbon Sense le aziende troveranno
anche altri prodotti come Carbon Footprint per misurare le
emissioni lorde di carbonio legate al proprio utilizzo di Google
Cloud”. Tra gli strumenti su cui Google Cloud punta, a supporto
delle operazioni di miglioramento nell’uso del cloud dei suoi
clienti, c’è Active Assist, una piattaforma che si avvale di
dati, intelligence e machine learning per stimare le emissioni
lorde di carbonio che si risparmieranno con la rimozione di
progetti inattivi, limitare la complessità del cloud e le
difficoltà legate alle attività amministrative. Al suo interno
sono presenti servizi come Policy Intelligence, Network
Intelligence Center, Predictive Autoscaler e una raccolta di
raccomandazioni, finalizzate al raggiungimento di obiettivi
ambientali specifici. Dal 2017, Google Cloud ha compensato
l’energia utilizzata dai suoi data center con il 100% di energia
rinnovabile, impegnandosi a gestire le proprie operazioni con
energia carbon-free 24 ore su 24, 7 giorni su 7, entro il 2030.
Dal momento in cui si opera su Google Cloud, se si desidera
ridurre le emissioni lorde di carbonio dei carichi di lavoro è
possibile intervenire per ottimizzarne l’utilizzo. (ANSA).
Fonte Ansa.it