(ANSA) – ROMA, 04 APR – “L’assenza o inadeguatezza” degli
apparati di soccorso degli altri Paesi vicini fa sì che, “in
ossequio alla Convenzione di Amburgo, quando noi veniamo a
conoscenza di unità” bisognose di soccorso, “anche se queste si
trovano fuori dalla acque di responsabilità italiana, c’è
l’obbligo di intervenire e ormai questa è una prassi frequente.
Noi siamo sempre più impegnati ad operare a distanze
elevatissime dall’Italia e questo sta determinando un logorio
del nostro strumento aeronavale: servono interventi urgenti”.
Così il comandante generale della Guardia costiera, ammiraglio
Nicola Carlone, in audizione alla commissione Trasporti della
Camera.
“Il soccorso svolto da un apparato dello Stato come il nostro
– ha sottolineato Carlone – è un’attività che richiede
disciplina ed organizzazione, non estemporaneità ed
improvvisazione. Per questo operiamo su una base giuridica certa
e stabile. C’è la responsabilità penale diretta e personale dei
nostri operatori. Non vi sono ordini o suggerimenti che possano
farci derogare da
questo modello”. (ANSA).
Fonte Ansa.it