La contrattazione tra attori e
produttori americani è sospesa. Il tavolo è saltato mercoledì,
dopo nemmeno due settimane da quando gli Studios e i lavoratori
in sciopero dal 14 luglio sono tornati a sedersi gli uni di
fronte agli altri per raggiungere un accordo sul nuovo contratto
triennale degli interpreti impegnati nelle produzioni di cinema
e tv.
“I negoziati tra Amptp (l’Alleanza che riunisce le case di
produzione e tradizionali e i servizi di streaming) e Sag-Aftra
(il sindacato degli attori) sono stati sospesi dopo che
Sag-Aftra ci ha sottoposto la sua proposta l’11 ottobre. – si
legge nella nota che l’alleanza dei produttori ha emanato in
tarda serata – Dopo significative conversazioni, ci risulta
chiaro che la distanza tra Amptp e Sag-Aftra è incolmabile e il
dialogo non è più produttivo”.
“La proposta che ci hanno presentato – spiega il documento –
includeva un bonus per le opere in streaming che, da solo, ci
costerebbe più di 800 milioni di dollari l’anno: un onere
economico insostenibile”. Gli attori puntano al 2% dei profitti
di ogni film o serie tv trasmessa su una piattaforma di
streaming, oltre alla percentuale dei diritti d’immagine. Gli
sceneggiatori, che hanno firmato l’accordo con gli Studios il 24
settembre dopo 148 giorni di sciopero, si erano accontentati di
meno: un bonus per le opere che superano determinate soglie di
successo, cioè di visualizzazioni domestiche e internazionali.
“Su aumenti salariali, diritti d’autore e bonus per lo
streaming abbiamo offerto gli stessi termini che il sindacato
dei registi (Dga) e quello degli sceneggiatori (Wga) hanno
accettato. Eppure la Sag-Aftra ha rifiutato l’offerta”, taglia i
ponti il comunicato degli Studios.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte Ansa.it