I 23 morti del binario unico, domani la sentenza a Trani

(ANSA) – TRANI, 14 GIU – A quasi sette anni dai fatti, sarà
emessa quasi certamente domani, dal Tribunale di Trani, la
sentenza del processo per il disastro ferroviario del 12 luglio
2016, avvenuto lungo la tratta Andria-Corato delle Ferrovie del
Nord Barese, gestita da Ferrotramviaria. Nello scontro frontale
tra due treni, determinato – secondo l’accusa – da un errore
umano e da mancati investimenti per la sicurezza, morirono 23
persone e altre 51 rimasero ferite. I treni – l’ET1016
proveniente da Corato, e l’ET1021 proveniente da Andria –
viaggiavano su un binario unico alternato regolato col sistema
del blocco telefonico, ritenuto dal pm Marcello Catalano “non
sicuro ed obsoleto”. Un sistema in base al quale i capistazione
si scambiano dispacci per autorizzare la partenza dei treni
verso la stazione successiva. Fu così che dalla stazione di
Andria fu concesso alle 10.45 il via libera per la partenza
dalla stazione di Corato dell’ET1016 e, senza aspettare l’arrivo
di questo convoglio nella stazione di Andria, fu fatto partire
alle ore 11:00 l’ET1021 verso Corato. L’impatto ad alta velocità
tra i due convogli fu inevitabile. Dopo la strage, la
circolazione sulla tratta fu bloccata ed è ripresa solo il 3
aprile scorso. I binari ora sono due e sono dotati di moderni
sistemi di sicurezza automatizzati.
    Il pm ha chiesto 15 condanne a pene comprese tra i 12 e i 6
anni di reclusione e un’assoluzione. Per Ferrotranviaria è stata
chiesta la sanzione amministrativa di 1,1 milioni, oltre alla
revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per
l’esercizio dell’attività (fra cui il certificato per la
sicurezza) per un anno, oltre alla confisca di 664.000 euro,
somma che – secondo l’accusa – la società avrebbe dovuto
investire per mettere in sicurezza la tratta con la
realizzazione e l’uso del blocco conta assi sulla
Corato-Barletta. Accuse che sono respinte dalle difese.
    Nel processo sono contestati a vario titolo i reati di
disastro ferroviario, omicidio e lesioni colpose plurime,
rimozione e omissione colposa di cautele contro gli infortuni e
falso. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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