Quando si elabora una strategia di Digital Marketing è necessario compiere dei passi importanti: stabilire i propri obiettivi, individuare il pubblico target, valutare punti di forza e di debolezza, le opportunità da cogliere e i limiti da superare. In base ad un’analisi approfondita si potranno scegliere i canali di comunicazione da presidiare e utilizzare per raggiungere gli utenti.
I canali del Digital marketing si dividono tradizionalmente in tre categorie, a cui di recente se n’è aggiunta una quarta. I canali owned, paid e earned a cui si sono aggiunti i media rented. I primi sono media proprietari, completamente controllati dall’azienda o dal libero professionista. Tra questi vi è, ad esempio, il sito internet.
Gli earned sono tutti quei canali dove per ottenere uno spazio si deve conquistare l’attenzione di altri utenti o creatori di contenuti. Vi rientrano la condivisione e le menzioni sui social. La categoria dei rented media, quelli ‘in affitto’, che non appartengono all’azienda, ma offrono uno spazio dove pubblicare contenuti. In questo caso rientrano principalmente i social network.
I canali paid risultano estremamente utili all’interno di una strategia di digital marketing, perché quando sfruttati garantiscono un importante vantaggio rispetto ai competitor che prediligono esclusivamente gli altri tipi di media e maggiori possibilità di visibilità.
I paid media sono tutti quei canali su cui, per essere presenti, occorre pagare. Investendo un budget determinato si può raggiungere anche un pubblico molto più ampio, che non conosce il brand, il prodotto o il servizio offerto.
Presidiando i paid media possono essere applicati diversi strumenti e strategie. La display ADV, la social ADV, le sponsorizzazioni sui motori di ricerca, il SEA, la native advertising e tutte le forme di sponsorizzazioni possibili sul web.
SEA
SEA sta per Search Engine Advertising ed è una branca del digital marketing che prevede la creazione di annunci a pagamento per ottenere posizioni favorevoli all’interno delle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP). Solitamente si affianca all’utilizzo di tecniche SEO, Search Engine Optimization, che invece mirano a raggiungere le vette dei risultati di ricerca in modo organico, ossia senza l’investimento di denaro.
L’obiettivo degli annunci a pagamento è quello di intercettare gli utenti sui motori di ricerca, come Google o Bing, è indirizzare il traffico verso un sito web o una landing page per massimizzare conversioni o richieste di contatto.
Una delle piattaforme più utilizzate per le strategie di advertising è Google ADS, con campagne Pay per Click. Per aggiudicarsi il miglior posto nella SERP si partecipa ad una sorta di asta dove a vincere è chi offre di più e chi produce una pubblicità pertinente e di qualità.
Alla base della riuscita delle campagne pubblicitarie sui motori di ricerca c’è un’accurata keyword research. Occorre studiare le parole chiave con le quali gli utenti ricercano prodotti e servizi sul web per incrementare il traffico.
Display advertising
Tra le campagne che si possono attivare con Google Ads ci sono quelle display advertising, che permettono di mostrare gli annunci creati dall’inserzionista su una serie di siti internet che mettono a disposizione degli spazi pubblicitari.
Le campagne display, se ben strutturate, permettono al brand di farsi conoscere da un pubblico ampio e ben targettizzato.
Sono in grado di attirare l’attenzione degli utenti e di generare nuovi contatti e conversioni.
Social advertising
La social advertising si basa su annunci pubblicitari, di diverso formato e tipologia, che vengono pubblicati sui social network (Facebook, Instagram, LinkedIn, Tik Tok, etc.).
Tutte le piattaforme social, infatti, consentono la promozione di prodotti, servizi ed eventi dietro un corrispettivo in denaro.
Offrono, in questo modo, l’opportunità di raggiungere un ampio bacino di utenti, altamente targettizzato e potenzialmente interessato a ciò viene sponsorizzato. Ed è proprio nella segmentazione del pubblico che risiede uno dei grandi vantaggi di questo tipo di attività: è possibile individuare con precisione il target di riferimento, selezionando le caratteristiche ritenute rilevanti (ad esempio l’età, il genere, gli interessi, etc.).
Affiliation
L’affiliate marketing è un metodo che ha preso sempre più piede e che si è imposto creando dei veri e propri professionisti che vi si dedicano con esclusività. Si fonda sull’accordo tra due parti. Il primo soggetto è l’affiliato (o publisher) che promuove per conto dell’impresa utilizzando tutti gli strumenti di advertising a sua disposizione. Può essere una testata giornalistica, un influencer o un content editor con canali molto visitati.
Il secondo soggetto in causa è l’advertiser, che ha bisogno di pubblicizzare un brand, un prodotto o un servizio.
Per farlo ricerca attraverso delle piattaforme di affiliazione un publisher, al quale offre una commissione, generalmente una percentuale, per i risultati ottenuti.
Native advertising
La native advertising è un metodo pubblicitario molto efficace, perché si presenta sotto forma di contenuto originale, di tipo informativo, e supera tutte le barriere e le diffidenza degli utenti. Possono essere posizionati sui social network, all’interno di blog e dei siti internet. Spesso sono segnalati con la dicitura ‘contenuto sponsorizzato’.
Sponsorizzazioni
La pubblicità sui motori di ricerca, sui social, su altre piattaforme e tramite influencer sono tutte forme di sponsorizzazioni a cui molte aziende e liberi professionisti fanno ricorso per promuovere la propria attività sul web e raggiungere il maggior numero di persone possibili in base al budget stabilito.
Le attività di sponsorship sul web, d’altronde, riescono ad avere, rispetto alla tradizionale, grandi vantaggi: permettono di raggiungere un pubblico fortemente profilato, di monitorare costantemente i risultati e di controllare gli effetti dell’investimento fatto.
Per saperne di più: Cos’è e cosa si intende per digital marketing
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Fonte Fastweb.it