I “captcha” non servono più?

“Seleziona tutte le immagini dove compaiono semafori”, “Trascrivi il testo che vedi”, “Seleziona le foto con le scale”… Quotidianamente su internet ci troviamo a dover risolvere giochetti di questo tipo quando dobbiamo aprire pagine web dove potremo comprare i biglietti per un concerto, inviare un documento o effettuare operazioni di altro tipo. Sono i “captcha” (acronimo che sta per Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart, ovvero Test di Turing completamente automatizzato per distinguere i computer dagli umani), test ideati per evitare che sistemi automatici, i bot, si facciano passare per umani ed effettuino operazioni pericolose come copiare dati, creare account o pubblicare commenti e recensioni falsi.

Ora uno studio pubblicato su arXiv, ma non ancora rivisto in peer review dalla comunità scientifica, ha constatato che questi captcha potrebbero servire a poco o nulla, poiché i bot sarebbero diventati più veloci ed efficaci degli umani a risolverli.

Era già tutto previsto. Le prime versioni dei capticha, molti lo ricorderanno, chiedevano agli utenti di riscrivere in una casella un testo distorto mostrato in un’immagine: tuttavia in poco tempo i bot riuscirono a risolvere questi test, che si dovettero fare quindi più complessi. Nel 2019 Google sostituì i capthca con i re-capthca, una versione più avanzata del test, a proposito dei quali, però, il capo del reparto tecnico Aaron Malenfant dichiarò già all’epoca dichiarò a The Verge che quella tecnologia non sarebbe servita più a nulla nel giro di dieci anni, perché i bot avrebbero imparato a risolvere anche quei test.

Lo studio. Il nuovo studio ha analizzato 200 dei siti web più popolari, 120 dei quali usavano i capthca: hanno chiesto a mille persone di diverso sesso, età, provenienza e livello educativo di risolvere dieci diversi tipi di test, valutandone la difficoltà. Per alcuni i partecipanti hanno impiegato tra i 9 e i 15 secondi, con una precisione tra il 50 e l’84%: i bot, al contrario, hanno impiegato in media meno di un secondo, con una precisione quasi assoluta. «In genere i bot erano precisi tra l’80 e il 100%, con una media superiore al 96%», scrivono i ricercatori.

Il tempo di risoluzione dei test da parte dei bot è stato significativamente inferiore a quello degli umani in tutti i casi, tranne con i re-capthca, dove gli umani hanno impiegato in media 18 secondi e i bot 17,5 secondi.

Fonte Focus.it

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