(ANSA) – ROMA, 01 APR – Una storia di costruzione del
rapporto padre-figlio, di senso di comunità e valorizzazione
delle proprie radici. E’ il senso, secondo il protagonista e
coproduttore del film, Idris Elba, di Concrete Cowboy, dramma
famigliare/sociale dell’esordiente Ricky Staub, con Caleb
McLaughlin (una delle giovani star di Stranger Things), accolto
molto favorevolmente dalla critica al Toronto Film Festival e al
debutto su Netflix dal 2 aprile. Al centro della storia c’è Philadelphia, città delle mille
contraddizioni, culla storica dell’indipendenza degli Stati
Uniti e nucleo ad alta densità di squilibrio sociale e
criminalità, dove sopravvive la cultura di cowboy e cowgirl
black ‘urbani’. Uomini e donne che, ricollegandosi alla lunga e
spesso dimenticata tradizione dei cowboy di colore, si prendono
cura dei propri cavalli in stalle poste nell’area cittadina e
insegnano ai ragazzi dei quartieri più poveri equitazione, con
l’obiettivo di tenerli lontani dalla violenza e dalle gang. Una
realtà che per l’attore britannico risuona in maniera attuale
pensando alle tematiche del Black Lives Matter. “E’ molto
importante per noi come gruppo di filmmaker (coproduce Lee
Daniels) raccontare il bivio a cui un giovane può arrivare in
questo Paese – ha spiegato Idris Elba nella conferenza stampa
online del Toronto Film Festival -, cosa succede prendendo una
strada o l’altra. Abbiamo riflettuto su quanto sia potente l’eco
di questa storia sulla fase che viviamo. Spero che abbia
l’effetto di portare le persone a rivalutare il ruolo della
comunità sulla vita e il futuro dei ragazzi”.
Protagonista della storia è Cole (McLaughlin), 15enne
problematico che dopo essersi fatto espellere da un’altra scuola
di Detroit, viene portato dalla madre a vivere con il padre,
Harp (Elba), ruvido cowboy urbano a Philadelphia, per anni
assente dalla vita del figlio. Tratto dal romanzo Ghetto cowboy
di Greg Neri, Concrete Cowboy ha nel cast, insieme a Lorraine
Toussaint, Jharrel Jerome e Clifford “Method Man” Smith, fra gli
altri, alcuni veri cowboy urbani come Jamil Prattis. Il regista,
infatti, è di Philadelphia e ha lavorato a stretto contatto con
la comunità locale. (ANSA).
Fonte Ansa.it