(ANSA) – MILANO, 22 SET – Il 58% delle organizzazioni
italiane è stato colpito da un attacco ransomware negli ultimi
tre anni e il 57% ha visto almeno un’altra azienda all’interno
della propria catena dei fornitori diventare vittima dei
cybercriminali. Il dato emerge da l’ultima ricerca della
società di sicurezza Trend Micro. Mentre un’altra analisi della
società di sicurezza informatica NordLocker ha evidenziato che
l’Italia è al sesto posto al mondo per attacchi ransomware,
superata solo da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia e
Germania.
Il rapporto di Trend Micro ha rivelato che l’80% dei
responsabili di information technology italiani ritiene che i
propri partner e clienti rendano la propria organizzazione un
bersaglio ransomware più attraente. La sfida è particolarmente
delicata – aggiunge l’analisi -considerando che le Pmi,
potenzialmente meno sicure, rappresentano il 56% della supply
chain di molte organizzazioni. Solo il 51% delle aziende
condivide i dati sugli attacchi ransomware con i propri
fornitori, inoltre il 37% afferma di non informare i partner
circa le minacce. “I tassi di rilevamento – riporta Trend Micro
– sono preoccupantemente bassi per attività come: ransomware
(54%), esfiltrazione di dati (44%), accesso iniziale (41%)” La supply chain, la catena dei fornitori, può anche essere
sfruttata dai cybercriminali per ottenere un effetto leva sugli
obiettivi. Tra le organizzazioni che hanno subito un attacco
ransomware negli ultimi tre anni, il 60% ha affermato che gli
aggressori hanno contattato clienti o partner in merito alla
violazione, per forzare il pagamento.
“Il ransomware è un tipo di attacco informatico che
costringe le aziende a interrompere le operazioni, prendendo
possesso dei file più importanti e sensibili e chiedendo un
riscatto per il recupero dei dati – afferma Tomas Smalakys,
direttore tecnico di NordLocker – Questa tipologia è
estremamente efficace, dal momento che negli ultimi anni i casi
sono cresciuti esponenzialmente, mentre la sensibilizzazione in
materia di sicurezza informatica non è riuscita a tenere il
passo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it