(ANSA) – MILANO, 30 DIC – Sviluppato un innovativo metodo di
fabbricazione per realizzare circuiti di luce con il diamante:
si tratta di un importante passo avanti verso una nuova
generazione di tecnologie quantistiche per i computer del futuro
e i canali di comunicazione che permetteranno di trasferire
informazioni criptate in sicurezza. Il risultato è pubblicato
sulla rivista ACS Photonics dall’Istituto di fotonica e
nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifn)
di Milano in collaborazione con l’Università di Ulm in Germania.
“Nel diamante – spiega Shane Eaton, ricercatore del Cnr-Ifn –
sono presenti, e possono essere opportunamente ingegnerizzati,
dei difetti reticolari in grado di essere utilizzati come
qubit”, ovvero bit quantistici, gli elementi base
dell’informazione quantistica. “Si tratta dei centri di colore,
posizioni reticolari dove è presente un’impurezza e manca un
atomo di carbonio, e nei quali è possibile codificare,
controllare e manipolare l’informazione quantistica sotto forma
di qubit. Tale particolare morfologia, e la presenza di questi
difetti, rende il diamante un candidato promettente per le
tecnologie quantistiche”.
Il team italiano, insieme a colleghi dell’Università di Ulm, ha
dimostrato che è possibile collocare con precisione qubit
all’interno di circuiti fotonici formati mediante laser in
diamante. “Tali risultati – aggiunge Eaton – nascono dalla prima
dimostrazione che i laser a femtosecondi (ossia laser che
emettono impulsi brevissimi e ravvicinati) possono creare nel
diamante connessioni fotoniche, che sono i mattoncini
fondamentali necessari per il calcolo quantistico. Un altro
ingrediente fondamentale è poi quello di realizzare qubit: con
questa nuova tecnica abbiamo sviluppato un chip integrato in
diamante, in grado di ingegnerizzare la luce a livello di
singolo fotone. Il prossimo passo – conclude il ricercatore –
sarà fabbricare un circuito fotonico tridimensionale per rendere
possibili sistemi per il calcolo quantistico di prossima
generazione in diamante, tali da consentire l’elaborazione di
una quantità notevole di dati contemporaneamente, con estrema
velocità”. (ANSA).
Fonte Ansa.it