Il digitale è informazione, conoscenza e pensiero

Il digitale ha rivoluzionato la vita di molti diventando elemento irrinunciabile della quotidianità delle persone e delle attività dei professionisti. Consente una migliore organizzazione delle giornate, della gestione della casa, la ricerca rapida di informazioni e news provenienti da ogni parte del mondo e apre spazi di formazione prima inesistenti.

Dal punto di vista del lavoro, il digitale ha dato una svolta radicale, introducendo nuove modalità lavorative, come lo smart working. La raccolta di dati, anche su campioni estremamente ampi, la loro analisi e interpretazione ha permesso alle aziende si sviluppare strategie di mercato efficaci e vincenti, di dare luogo costantemente a soluzioni che rispondono alle esigenze degli individui e di raggiungere obiettivi ambiziosi.

Filosofia e digitale in relazione

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Big data, realtà virtuale, intelligenza artificiale, internet delle cose e tanti altri elementi stanno portando a grandi cambiamenti a tal punto che si è sviluppata una filosofia del digitale che mira a studiare le implicazioni delle attuali tecnologie e di quelle che verranno. Viene considerato non solo l’aspetto tecnologico, ma anche quello culturale e quello socio-politico, con un’analisi critica e globale a tutto tondo.

Il digitale è informazione, è conoscenza ed è pensiero.

Occorre imparare a gestire tutti questi aspetti, prenderne piena consapevolezza delle potenzialità e dei limiti ed utilizzarli per trarne dei vantaggi, delle migliorie e per sviluppare strategie efficaci per raggiungere i propri obiettivi.

Il digitale è informazione: la raccolta dei dati

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Lo sviluppo del digitale ha dato il via ad una nuova era dell’informazione e delle comunicazioni. Ha permesso la raccolta dei big data, una delle trasformazioni più importanti avvenute in tempi recenti e che ha inciso profondamente sul modo di affrontare la vita quotidiana e di intraprendere e portare avanti attività di business.

Il termine big data, traducibile in italiano con megadati, sta ad indicare la raccolta di dati informatici, strutturati o non strutturati, di una mole ampia, rapidi e di un volume estremamente esteso che ne rende impossibile la raccolta e lo studio con i metodi tradizionali.

Ci sono diverse strade percorribili per raccogliere le informazioni. Una importante ricorre all’utilizzo dell’Internet of Things (IoT), sfruttando i dispositivi degli utenti connessi ad internet come i wearables, i dispositivi medici, sensori e tanto altro ancora. 

I dati ritenuti utili possono essere conservati, analizzati e presi come punto di riferimento per produrre innovazione

Ci sono dati che sono pubblici e disponibili, che provengono da fonti aperte e a cui si può accedere senza troppe difficoltà. Altre provengono dai data lakes, sistema o un repository in grado di archiviare dei set di dati nel loro formato naturale, quindi non elaborati.

Molto utili i dati provenienti dai social network. Ogni tipo di interazione, la condivisione di immagini, di elementi multimediali produce una grande quantità di big data che possono guidare le scelte di marketing di piccole e grandi aziende.

Le persone trascorrono sulle piattaforme social molto tempo, mostrando dettagli della loro vita, del loro lavoro, i loro gusti e palesando alcuni bisogni.

I big data hanno un grande valore, ma pongono una questione spinosa: quella della privacy e della sicurezza. 

Il digitale è conoscenza: l’organizzazione e razionalizzazione dei dati

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L’informazione, il dato non elaborato, deve essere trasformato in conoscenza e, cioè, in qualcosa di comprensibile e di utile nell’interpretazione di una realtà o di un fenomeno. È necessaria un’attività di data analysis

È in questo modo che le aziende possono ottenere nuove idee e avviare un processo di sviluppo e di trasformazione data-driven, ossia guidato da una conoscenza che deriva dallo studio dei big data. Un’analisi ben fatta consente di prendere decisioni consapevoli andando incontro ad una lunga serie di vantaggi.

Le aziende che operano in maniera data-driven sono più produttive, ottengono risultati migliori e più velocemente ed evitano errori potenzialmente pericolosi, riducono i costi dell’attività, aumentano il coinvolgimento e la soddisfazione dei clienti, incrementano le vendite e riescono a fare il loro ingresso in nuovi mercati.

Con i big data si può fare un’analisi descrittiva, che mira a mettere in evidenza la situazione presente e passata di processi aziendali o organizzativi, un’analisi predittiva, per cercare di capire cosa può succedere in futuro, un’analisi prescrittiva, per trovare soluzioni e analisi avanzate in grado di implementare azioni in base ai risultati ottenuti.

Il digitale è pensiero: studio delle relazioni e delle dinamiche

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Dopo la raccolta e l’analisi dei dati, si può passare ad un momento puramente strategico guidato da professionisti o da consulenti altamente specializzati. Tra questi vi sono figure come il Chief Data Officer, il Data Governance Program Leader, l’Information Architect, il Data Analyst, il Data Scientist, il Data Engineer e altri ancora.

Si tratta di figure altamente richieste nell’attuale mondo del lavoro e che nel prossimo futuro subiranno un ulteriore crescita

Realizzare una strategia che è fondata sui big data significa riuscire a creare progetti altamente performanti. È essenziale in tutte quelle aziende che vogliono restare competitive e produrre soluzioni all’avanguardia. In particolare, è importante per le imprese che operano nel mercato del marketing, delle vendite, dell’industria 4.0, dei finanziamenti, degli investimenti, dell’assicurazione, dell’educazione, della salute e tanto altro ancora.

In quest’ottica, i big data diventano un elemento fondamentale e portante di tutto il business aziendale e non un semplice aspetto accessorio e secondario.

Per saperne di piùCos’è la filosofia del digitale

A cura di Cultur-e Costruisci il tuo futuro con la connessione Fastweb

Fonte Fastweb.it

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