Il fanciullo guerriero di Pontecagnano. ESCLUSIVA ANSA.

(ANSA) – ROMA, 06 LUG – Il cinturone in bronzo dei guerrieri
stretto intorno agli esili fianchi e due coppe in ceramica
poggiate accanto ai piedi, una per il cibo l’altra, a due anse,
per il vino che avrebbe dovuto garantirgli l’accesso al
symposium. E’ un adolescente strappato al suo futuro benestante
in una comunità guerriera, di fatto poco più di un bambino,
morto a dieci forse 12 anni nel IV secolo a.C., il protagonista
dell’ultima scoperta archeologica di Pontecagnano, avamposto
etrusco nel sud della Campania. “Un ritrovamento di grande rilevanza”, annuncia in esclusiva all’ANSA l’archeologa Gina
Tomay direttrice del museo e responsabile degli scavi, perché la
tomba di questo ragazzo, modanata con cura in una preziosa
pietra di tufo d’importazione, “è la numero 10 mila”, e in
qualche modo il simbolo del successo di una buona prassi “fatta
di studio, di ricerche e di sistematici scavi” che in questo
lembo di Sud si sta portando avanti con continuità da quasi 60
anni. Lo scavo è stato completato in queste ore, il mistero
dell’identità di questo giovane è ancora tutto da decifrare.
    Celebrato nel mondo degli studi ma paradossalmente fuori dalle
rotte del turismo, il sito di Pontecagnano, che solo pochi
chilometri di campagna e lo scorrere del Sele dividono dalla
greca Paestum, racconta con il suo museo una storia di successo
degli etruschi di frontiera, l’epopea di una aristocrazia
arrivata dal centro Italia e che qui conobbe l’apice della sua
potenza, tra la fine dell’VIII e il VII secolo a.C, in una
terra, sottolinea Tomay, “particolarmente favorita dalla natura
ma anche vicina al mare”. Facile approdo per i commerci, dunque,
tanto che nelle tombe sono stati trovati oggetti di ogni parte
del Mediterraneo, dalla Grecia all’Egitto, dall’Oriente alla
Sicilia e alla Sardegna. Uno snodo fortunato del territorio nel
quale non a caso qualche secolo dopo e non così lontano
prospererà Pompei, che gli studi più recenti, ricorda
l’archeologo Massimo Osanna, oggi direttore generale dei musei
pubblici, ritengono abbia avuto le sue prime origini proprio
dagli etruschi, intorno al VII secolo a C.. Il ragazzo della
tomba “Diecimila”, dice Osanna, “è anch’esso un interessante e
prezioso caso di studio”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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