Dopo un 2020 in calo del 5% a causa dell’emergenza pandemica e nonostante la crisi di componenti e materie prime, in particolare semiconduttori, nel 2021 il comparto della Smart Home torna a crescere e lo fa in modo sostanziale, mettendo a segno un +29% e attestandosi a 650 milioni di euro complessivi.
Secondo l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, la cresciuta e crescente maturità del comparto si misura dal livello di conoscenza diffuso tanto che oggi il 74% dei consumatori ne ha sentito parlare e il 46% degli italiani ha in casa almeno un oggetto smart; e dal consolidamento di sistemi di business basati sulla servitizzazione e sul pay per use.
Un passaggio culturale che oggi trova piena realizzazione: si passa dall’oggetto smart e connesso, ad un vero ecosistema sempre più integrato. Ne conseguono prospettive positive per tutto il mercato, con un incremento nella richiesta di professionalità preparate. Ma come si diventa progettisti di case intelligenti o meglio, Smart Home Designer?
Nome in codice: System Integrator
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Dal frigorifero che segna quello che manca per la lista della spesa alle luci che si spengono e accendono da sole per tenere lontani i ladri; ancora poter gestire l’impianto di riscaldamento o accendere l’aria condizionata via smartphone mentre si è fuori casa.
L’integrazione di oggetti smart nella nostra vita sicuramente la rende più facile. Solo che, arrivati a un certo punto, si rischia di ritrovarsi con 10 applicazioni e 15 telecomandi diversi per poter gestire tutta la casa.
Sempre secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano gli oggetti smart sono più facili da installare: il 72% dei consumatori installa in autonomia gli oggetti acquistati e il 54% attiva autonomamente la relativa app
Tuttavia, la situazione è ancora troppo frammentata: solo il 17% dei consumatori utilizza un’unica app per dispositivi dello stesso brand e sono ancora meno (7%) i consumatori che utilizzano una sola app per dispositivi di brand diversi. L’integrazione resta un obiettivo ultimo, ma ancora là da venire, per lo meno nel percepito, visto che in generale circa il 30% dei consumatori lo considera raggiungibile solo in un lasso temporale che va dai 5 ai 10 anni.
Qui viene in aiuto quello che in senso stretto viene definito “Smart Home”. Un unico sistema centrale da cui gestire tutto quanto, dal cellulare, al computer, ai telecomandi. Sul mercato esistono diverse soluzioni, dalle più complicate a quelle più facili da utilizzare.
La figura professionale che trasforma le esigenze di una persona in funzioni per la Smart Home si chiama system integrator e si pone a metà strada fra l’installatore elettrico e il progettista
Si può diventare system integrator attraverso esperienze in cantiere e acquisendo competenze da installatori oppure specializzandosi in domotica attraverso corsi istituzionali, in scuole superiori e università.
Il percorso scolastico per diventare Smart Home Designer
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Cominciando dalla scuola superiore, sono molti gli istituti tecnici che comprendono la domotica fra le materie di studio proposte nei cinque anni. Passando alle facoltà universitarie, sia nel piano di studi di Ingegneria che in quello di Architettura, sono inseriti corsi specifici per la progettazione di sistemi smart.
Se si teme di rimanere troppo su un piano teorico o astratto, ci sono altre vie per integrare lo studio, complementari – se si vuole una preparazione a 360 gradi – o sostitutive, per un percorso più breve
Le Accademie sonocorsi proposti direttamente dalle aziende produttrici di soluzioni domotiche e che, attraverso corsi intensivi anche di pochi giorni, permettono di entrare in contatto con la disciplina e di acquisire competenze sul campo. Sono numerose le aziende che si attivano su questo fronte.
Ma esiste un “bollino” che certifica la professionalità di system integrator? Se il diploma di scuola superiore e la laurea certificano la fine di un percorso di studi, anche i corsi aziendali spesso permettono di ottenere attestati di qualifica internazionali, dopo aver superato esami scritti e orali.
In realtà, non esiste un vero e proprio albo professionale, ma solo delle liste di professionisti specializzati in specifiche tecnologie
Quali sbocchi professionali e skill richieste
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Questi percorsi di studi aprono alla possibilità di lavorare all’interno di studi di progettazione, di architettura o ingegneria, con aziende del settore o di inaugurare una propria società raggruppando diverse collaborazioni e agendo come system Integrator freelance.
La filiera della costruzione edile necessita delle competenze di un professionista della Smart Home in diverse fasi: dalla progettazione alla costruzione, dalla promozione al post-vendita. Si prefigurano così diverse occasioni per esprimere la propria professionalità.
Per concludere, lo Smart home Design Manager è una nuova professionalità al confine tra tecnica e creatività che non deve solo sapere quali sono gli accessori “cool” del momento, ma deve soprattutto analizzare i bisogni, pianificare l’infrastruttura e la gestione, sapersi muovere tra installazione e configurazione di reti cablate e senza fili, e scegliere i prodotti più adatti allo stile di vita dei proprietari. Ancora, sapere quali standard e fornitori scegliere e come tutelare sicurezza e privacy.
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Fonte Fastweb.it