Il primo autoritratto di un robot

Vi ricordate di Sophia? È un robot presentato nel 2016 dalla Hanson Robotics di Hong-Kong: ne abbiamo parlato spesso perché oltre che rappresentare lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale applicata alla robotica, Sophia è anche il primo robot ad avere un passaporto. Nel 2017, infatti, l’Arabia Saudita le ha concesso la cittadinanza (e anche diversi diritti al momento non concessi alle donne, come quello di presentarsi in pubblico a capo scoperto).

cifra da record all’asta. Qualche giorno fa l’attivissima robottina è balzata nuovamente agli onori delle cronache per la sua vena artistica: Sophia ha infatti prodotto un suo autoritratto che è stato venduto all’asta per la cifra record di 688.888 dollari. E a parte questa curiosità, c’è da dire che la capacità del robot di concepire autonomamente una forma di arte rappresenta un enorme progresso tecnologico.

Per realizzare la sua prima opera Sophia ha osservato diversi ritratti di se stessa realizzati dall’artista italiano Andrea Bonaceto. Grazie a una rete neurale, un complesso sistema di computer che imita i meccanismi di apprendimento del cervello umano, il robot ha rielaborato le immagini e ha prodotto un proprio autoritratto. L’opera consiste in un video di 12 secondi dove i ritratti realizzati da Bonaceto si trasformano nell’autoritratto realizzato da Sophia.

Un collezionista anonimo si è aggiudicato la versione originale del video, garantita da un certificato generato su blockchain e quindi inalterabile.

Opera collaborativa. Dopo essersi aggiudicato l’opera, l’appassionato d’arte digitale ha deciso di renderla ancora più esclusiva e ha chiesto a Sophia una speciale personalizzazione: ha inviato al robot una fotografia del suo braccio dipinto con numerosi segni colorati e le ha chiesto di includerla nel processo di generazione dell’immagine finale. Sophia ha così rielaborato il suo autoritratto che potete vedere in questo tweet nella sua versione finale.

star del pop. Il ritratto non è quindi più solo il risultato di un complesso processo di programmazione dell’intelligenza artificiale di Sophia ma è un’opera collaborativa che nasce dalla creatività dell’uomo e dal codice della macchina. Il prossimo passo sarà quello di far debuttare Sophia nel mondo della musica: Hason Robotic vuole infatti far collaborare l’artista digitale con dei musicisti umani per dar vita alla prima etichetta discografica robotica, Sophia Pop. Potremo ancora chiamarla creatività?

Fonte Focus.it

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