Il visore Apple fa già discutere

Durante l’ultima WWDC (WorldWide Developers Conference) 2023 Apple ha annunciato con un colpo a effetto il suo primo visore di realtà AR/VR (realtà aumentata e realtà virtuale), chiamato Vision Pro, e non Reality Pro come i rumors avevano fatto intendere. Un altro errore commesso dalle anticipazioni degli addetti ai lavori è stato il nome del sistema operativo, che si chiama VisionOS e non xrOS, ma al di là di questi dettagli, molte indiscrezioni tecniche che erano trapelate in Rete sono state confermate dalla presentazione di questo “gioiellino”, che possiamo chiamare così non a caso, visto il prezzo…

Una bella cifretta! Eh sì, perché l’Apple Vision Pro costerà ben 3.499 dollari (3.270 euro al cambio attuale): una cifra che ha fatto strabuzzare gli occhi a molti, addetti ai lavori e non, e sta facendo parecchio discutere. In effetti il mercato finora aveva proposto visori di realtà virtuale di fascia medio-bassa, a prezzi compresi tra i 200 e i 450 euro, e modelli di fascia alta che raggiungono i 1.500-1.700 euro.

Il visore della Apple viene descritto come un dispositivo superiore a qualsiasi altro visore AR o VR attualmente disponibile: è sottile, leggero e, secondo le impressioni di chi l’ha testato, offrirebbe un’esperienza visiva e immersiva straordinaria. Tuttavia, c’è chi osserva come presenti ancora dei difetti di base: stando a quanto riportato su The Verge, infatti, durante la dimostrazione sono apparse delle bande verdi e viola attorno ai bordi delle lenti, ma non è chiaro se queste fossero dovute a un rapida (e dunque inaccurata) preparazione dell’apparecchio oppure (anche) alla sua natura “dimostrativa”.

Schermo trasparente. L’aspetto che più è stato apprezzato è stato il passthrough video, ossia la possibilità di vedere l’ambiente circostante senza dover rimuovere il visore, col display che diventa quasi magicamente trasparente, che dà al dispositivo la possibilità di funzionare anche in modalità “realtà aumentata”. I tempi di latenza – cioè il ritardo tra le operazioni che vengono eseguite e la loro visualizzazione sullo schermo – sembrerebbero ridottissimi.

Grazie a sensori che tracciano i movimenti delle braccia di chi indossa il visore, è possibile usare le mani come un puntatore, per “toccare” icone, spostarle, aprire programmi come Safari, Foto, Freeform e Face Time: basta “indicarli” e selezionarli toccando pollice e indice. Più che un “semplice” visore, dunque, Apple Visual Pro è un minicomputer, una sorta di smartphone che si indossa davanti agli occhi.

I programmi hanno un’interfaccia diversa rispetto a come appaiono su iPhone & c. Su FaceTime, per esempio, compare una figura 3D generata dall’intelligenza artificiale attraverso la scansione del volto, sebbene proprio questo aspetto appaia ancora perfezionabile. 

Il tracciamento oculare è stato valutato come apprezzabile da chi l’ha provato: il visore è cioè in grado di adattare l’esperienza virtuale in base alla posizione e alla focalizzazione degli occhi dell’utente.

In arrivo dal 2024. Nonostante queste impressionanti esperienze visive e interattive, resta – si diceva – ancora il tema del prezzo, non esattamente alla portata di tutte le tasche. È vero che Vision Pro rappresenta un notevole passo avanti nel campo della realtà mista, ma è tutto da vedere se e come riuscirà a integrarsi nella vita quotidiana delle persone e come evolverà nel tempo, ossia se si rivelerà un oggetto “comune” come gli attuali smartphone o se resterà relegato al ruolo giocattolo costoso pensato per chi potrà permetterselo. Una cosa è certa: prima di vederne qualcuno in giro dal vivo occorrerà pazientare, perché il visore Apple dovrebbe essere in commercio a partire da inizio 2024 e inizialmente solo sul mercato americano. C’è il tempo dunque per cominciare a mettere da parte il denaro necessario!

Fonte Focus.it

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