Nel 2020 le imprese e i siti produttivi dei settori ad alta tecnologia (servizi IT, commercio ICT, ICT manifatturiero, telecomunicazioni, farmaceutica, biomedicale, aerospazio) in Italia sono arrivate a circa 150mila unità, occupando poco più di 846 mila addetti. Sono dati del Monitor dei settori ad alta tecnologia della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo.
Secondo lo studio, i settori ad alta tecnologia pesano così il 3% e il 5% in termini di unità locali e addetti sul sistema complessivo delle imprese. Più elevato il peso in termini di fatturato e valore aggiunto che, con valori stimati rispettivamente di 217 miliardi e 76 miliardi, rappresentano il 7,7% e il 10,3% del totale delle imprese.
L’analisi sull’evoluzione del tessuto produttivo dal 2012 al 2020 evidenzia alcuni cambiamenti che stanno coinvolgendo i settori ad alta tecnologia in Italia. “Innanzitutto si osserva uno sviluppo più intenso per questi ultimi (+5,3% in termini di unità locali, +9,1% in termini di addetti) rispetto al resto dell’economia (-0,5% unità locali; +2,5% addetti), facendo emergere una buona vivacità degli attori in essi attivi”, spiega il Monitor. I servizi di Information technology (It) e l’aerospazio sono i due comparti che hanno registrato il maggiore sviluppo.
Secondo i dati presenti nel registro delle Start-up innovative, aggiornato a dicembre 2021, sono più di 6.000 quelle specializzate nei settori ad alta tecnologia, oltre la metà del totale. Il peso predominante è quello del comparto dei servizi It che “hanno registrato un’accelerazione nel ritmo di sviluppo, soprattutto nel 2021, confermando il processo di digitalizzazione in atto nel sistema economico”, specifica lo studio.
Fonte Ansa.it