Il progresso ha migliorato le vite di molte persone intervenendo su ogni aspetto della quotidianità, permettendo cure mediche più precise ed efficaci, una gestione migliore della casa e del lavoro, maggiore produttività, spostamenti più veloci e tanto altro ancora.
Ma ha avuto anche delle conseguenze negative, come l’incremento delle emissioni di CO2 (anidride carbonica o biossido di carbonio) fino a livelli mai raggiunti in precedenza.
Ciò apre la possibilità a terribili scenari, in cui vengono messe a rischio la salute dell’uomo e quella dell’ambiente. È quindi importante che sia presente un impegno comunitario, forte e determinato, per ridurre drasticamente i fenomeni negativi. A livello internazionale sono stati presi alcuni accordi a cui prendono parte più Paesi, compresa l’Italia, e come l’iniziativa Science Based Target.
Emissioni CO2, perché è importante ridurre le emissioni
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L’anidride carbonica è, insieme al metano, ai clorofluorocarburi (CFC) e agli ossidi di azoto, tra quelle sostanze che causano l’assottigliamento dello strato di ozono, cioè l’elemento che protegge la terra dall’esposizione a raggi ultravioletti.
Un fenomeno che aumenta anno dopo anno e che porta con sé tantissime conseguenze negative, come l’aumento delle temperature, inondazioni, incendi e tempeste, l’aumento dell’insorgenza di gravi malattie alla pelle e il rischio della scomparsa dell’ecosistema dell’oceano.
Per preservare il pianeta, è necessario ridurre drasticamente l’emissione di CO2, sia con un impegno personale, ma anche collettivo, portato avanti a livello internazionale e frutto dell’accordo tra i diversi Paesi europei e non solo.
Ridurre le emissioni di CO2: cosa fare
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Tutti i cittadini della Terra, soprattutto coloro che abitano nei Paesi più industrializzati, possono cambiare alcune abitudini per ridurre il loro impatto sull’ambiente. Possono, ad esempio, preferire i mezzi di trasporto pubblici per spostarsi e, nei lunghi viaggi, utilizzare auto eco-friendly o adottare soluzioni alternative come il car sharing.
È importante diminuire i consumi energetici, eliminando ogni spreco. Servono poche accortezze, come spegnere le luci non necessarie. È consigliabile, inoltre, evitare quando possibile l’utilizzo degli elettrodomestici, gli sprechi di acqua corrente, investire sulle energie rinnovabili, preferire materiali riciclati e il riuso di oggetti che non sono usurati.
Le iniziative internazionali e l’impegno italiano nella riduzione delle emissioni
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Il cambiamento climatico ha attirato l’attenzione dei governi, che già da tempo hanno iniziato a prendere accordi internazionali per interventi sempre più mirati ed incisivi. Il primo Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico è stato costituito nel 1988.
L’obiettivo del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico del 1988 è stato convocato per studiare cause e possibili soluzioni al problema.
Nel 1992 a Rio De Janeiro si è tenuto il Summit della Terra, in cui è stata adottata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). L’obiettivo era quello di stabilizzare la concentrazione dei gas serra nell’atmosfera.
Da quel momento in poi sono stati tanti gli interventi. Tra i più importanti l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, che prevede riduzioni o limitazioni quantitative delle emissioni di CO2 per trentotto paesi industrializzati e l’Unione Europea.
Negli anni successivi sono stati presi impegni finanziari, elaborate intese, creati organi sussidiari e assunti degli accordi vincolanti da parte dei Paesi. Nel 2012, tutti coloro che hanno preso parte al Protocollo di Kyoto, hanno adottato l’Emendamento di Doha, con impegni fino al 2020.
Il post-2020 è stato regolato con gli Accordi di Parigi del 2015. L’obiettivo di lungo termine è il contenimento dell’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C e il perseguimento degli sforzi di limitare l’aumento a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali.
La Commissione Europea ha promosso il Green Deal europeo, o Patto Verde, che contiene una serie di iniziative volte a raggiungere, entro il 2050, la neutralità climatica, con la possibilità di valutare obiettivi più ambiziosi nell’arco del tempo.
Il conseguimento dei traguardi che ci si è posti con il Green Deal porterà ad un miglioramento delle condizioni di salute del pianeta e a opportunità dal punto di vista della crescita economica, dei posti di lavoro e dello sviluppo tecnologico.
L’iniziativa Science Based Target: la strada da seguire per i privati
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Altra iniziativa importante è la Science Based Target, un progetto nato da una collaborazione tra CDP (ex–Carbon Disclosure Project), Global Compact delle Nazioni Unite, WRI (World Resources Institute) e WWF, con lo scopo di ridurre l’impatto sull’ecosistema delle aziende private e di arrivare ad un livello di riduzione delle emissioni necessario per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1.5°C rispetto al livello preindustriale.
Le aziende che adottano delle strategie ecosostenibili ricevono dei riconoscimenti e una validazione scientifica del loro operato che gli consente di ottenere importanti vantaggi e di perseguire una crescita che può proseguire anche nel futuro.
Le aziende che partecipano all’iniziativa Science Based Target dimostrano impegni concreti di sostenibilità, nei confronti di consumatori sempre più consapevoli e attenti alle proprie scelte quando valutano l’acquisto di beni e servizi.
Seguire una produzione basata sulla scienza e sulle indicazioni per ridurre l’emissione dei gas serra, fa risparmiare denaro, rende un’azienda maggiormente resiliente di fronte alle nuove regolamentazioni, aumenta la fiducia degli investitori e stimola l’innovazione e la competitività.
Per ottenere dei riconoscimenti dall’Organizzazione, le aziende sottoscrivono un patto, degli impegni che devono portare a termine per rispondere in maniera efficiente alla crisi climatica e ambientale. Possono godere di assistenza tecnica e di risorse esperte nel percorso verso un’economia a zero emissioni di CO2.
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Fonte Fastweb.it