Spesso si parla dei successi dell’intelligenza artificiale e delle sue capacità incredibili di processare dati e restituire risultati accurati. A volte però anche la tecnologia fallisce: è il caso dell’esperimento effettuato dalla scienziata Janelle Shane, che ha addestrato una rete neurale artificiale, ovvero un set di algoritmi programmati per riconoscere dei modelli ricorrenti, con 55.000 “fotogrammi” tratte dalle puntate di un programma di cucina che va in onda sulla tv britannica. L’idea di Shane era di far sì che il software generasse immagini di persone che preparano torte, dolci ecc. e invece il risultato è stato una serie di scatti mostruosi, a tratti esilaranti.
Creatore di mostri. Tanto per cominciare, l’intelligenza artificiale ha cancellato del tutto le facce delle persone, per poi, dopo varie approssimazioni, mostrarne alcune dall’aspetto in modo a dir poco grottesco. I volti dei concorrenti avevano il pane al posto della pelle, i loro occhiali spesso apparivano sulle torte ecc. «Mi aspettavo di avere dei problemi», ha raccontato Shane al sito americano IFLScience. «Ci sono così tanti soggetti diversi inquadrati dalle videocamere, che avevo immaginato che l’IA non potesse riconoscerli tutti».
Per il suo esperimento, Shane si è servita di StyleGan2, uno dei generatori di immagini più all’avanguardia, addestrato dai ricercatori di NVIDIA con le foto di 70.000 volti umani. Il problema sta proprio nella specificità dell’addestramento: «StyleGAN2 fa un ottimo lavoro solo quando si tratta di ricostruire volti», spiega l’esperta sul suo blog, Ai Weirdness.
Ripetitività. Nelle immagini di Shane c’è molta ripetizione, soprattutto dove normalmente non ce n’è, come nei volti e nei corpi umani. «La presenza di modelli ripetuti è uno dei tratti caratteristici delle immagini generate da una rete neurale», scrive Shane sul suo blog.
Anche quando è meno evidente, la ripetitività è uno dei modi per capire se un’immagine è stata creata da un’IA. Per migliorare il procedimento, la scienziata consiglia di semplificare, dividendo il problema in parti più piccole e più facili da gestire, e addestrando l’IA, ad esempio, solo con immagini di primi piani, o di dolci già finiti.
A proposito di dolci, a loro è andata un po’ meglio: quelli prodotti dall’intelligenza artificiale avevano un aspetto meno malandato rispetto a quello delle persone, i modelli ripetuti risultano qui meno “strani” rispetto a quando si trovano sui volti delle persone. E in molti casi il risultato non si differenziava molto da quello delle torte e di altri prodotti da forno che realmente vengono creati nelle puntate dello show televisivo…
Fonte Focus.it