Iran: 30 prigioniere politiche chiedono lo stop alle esecuzioni

(ANSA) – PARIGI, 22 GEN – Trenta prigioniere politiche
iraniane, tra cui la ricercatrice franco-iraniana Fariba
Adelkhah e la figlia dell’ex presidente Hashemi Rafsanjani,
hanno firmato un appello in cui chiedono la cessazione delle
esecuzioni dei manifestanti.
    “Noi, detenute politiche e ideologiche del reparto femminile
del carcere di Evin (Teheran), chiediamo la fine delle
esecuzioni dei manifestanti e la fine delle ingiuste condanne
inflitte ai prigionieri in Iran”, si legge in questo testo
inviato all’Afp. “Quali che siano le nostre convinzioni
religiose e politiche e le nostre origini, siamo state tutte
condannati, per un totale di 124 anni di carcere, a seguito di
procedure inique e non trasparenti. Il che equivale a diverse
generazioni di vita umana”.
    Oltre a Fariba Adelkhah, arrestata nel giugno 2019 e poi
condannata a cinque anni di carcere per aver minato la sicurezza
nazionale, e Faezeh Hashemi, condannata a gennaio a 5 anni di
carcere per aver criticato il regime, figurano tra le firmatarie
la tedesco-iraniana Nahid Taghavi, attivista per i diritti delle
donne, condannata a 10 anni di carcere nel 2021 e Niloufar
Bayani, attivista ambientalista, condannata nel 2020 a dieci
anni di carcere per spionaggio.
    Secondo l’ong norvegese Iran Human Rights, almeno 481 persone
sono state uccise e almeno 109 persone sono a rischio di
esecuzione in relazione alle proteste, oltre alle quattro già
impiccate. Teheran riconosce centinaia di morti, compresi membri
delle forze di sicurezza. L’Onu ha contato anche 14 mila arresti
in quattro mesi di proteste iniziate a metà settembre dopo la
morte di Mahsa Amini, 22 anni, in seguito al suo arresto da
parte della vice polizia per violazione del codice di
abbigliamento. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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