(ANSA) – ROMA, 28 APR – “Nella media del primo trimestre
2023, nonostante il progressivo rallentamento della crescita dei
prezzi, la differenza tra la dinamica dell’inflazione (IPCA) e
quella delle retribuzioni contrattuali rimane superiore ai sette
punti percentuali”. Lo rileva l’Istat. La retribuzione oraria
media nel periodo gennaio-marzo 2023 è cresciuta del 2,2%
rispetto allo stesso periodo del 2022, spiega l’Istituto di
statistica.
I contratti che a fine marzo 2023 sono in attesa di rinnovo
sono 32 e coinvolgono circa 6,9 milioni di dipendenti, il 55,6%
del totale. Alla fine di marzo 2023, i 41 contratti collettivi
nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 44,4%
dei dipendenti – circa 5,5 milioni – e corrispondono al 43,8%
del monte retributivo complessivo, spiega l’Istituto. Nel primo
trimestre sono stati recepiti 6 contratti: autorimesse e
autonoleggio, servizi socio assistenziali, gomma e materie
plastiche, vetro, Fiat, lavanderie industriali. (ANSA).
Fonte Ansa.it