Istat, nel primo trimestre balzo del costo del lavoro

(ANSA) – ROMA, 13 GIU – L’Istat segnala un “rilevante”
aumento del costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente
(Ula) nel primo trimestre che “raggiunge valori tra i più alti
in serie storica”. Rispetto al trimestre precedente, la crescita
è dell’1,8% con un aumento sia delle retribuzioni (+1,2%) sia,
in misura maggiore, degli oneri sociali (+3%). Su anno la
crescita è ancora più intesa (+3,9%), con un +3,4% per la
componente retributiva e un +5,4% e per gli oneri sociali.
    All’aumento delle retribuzioni concorrono gli importi una
tantum, mentre l’aumento degli oneri sociali è legato al
restringimento degli interventi di decontribuzione del
2021-2022.
    L’aumento del costo del lavoro risulta tra i valori massimi
delle serie storica che è iniziata dal 2010, 13 anni fa. Risulta
tuttavia inferiore al tasso di inflazione che, alla fine del
trimestre, nel mese di marzo è pari al 7,6% e nei due mesi
precedenti è stato ancora maggiore. L’incremento delle
retribuzioni non basta così a compensare la corsa dei prezzi e a
difendere il potere d’acquisto dei lavoratori.
    La nota dell’Istat sul mercato del lavoro nel trimestre
indica inoltre un calo dei posti di lavoro vacanti, quelli per i
quali i datori di lavoro cercano attivamente candidati adatti al
di fuori dell’impresa e sono disposti a fare sforzi
supplementari per trovarli. Il tasso dei posti vacanti, secondo
i dati Istat, è pari al 2,1% in diminuzione di 0,3 punti nel
confronto congiunturale, mentre è ancora in crescita, di 0,1
punti, in quello su base annua. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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