La pandemia da COVID-19 può aumentare il rischio di ricadute e peggioramento dei disturbi dell’alimentazione o addirittura far insorgere un disturbo di addiction ex novo.
In questo contesto di emergenza diventa ancora più importante identificare le strutture di cura. Per raggiungere questo obiettivo è in corso da parte del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS il progetto “Manual” che ha come obiettivo la mappatura territoriale dei centri dedicati alla cura dei disturbi alimentari. I dati saranno cruciali per offrire ai cittadini informazioni e supporto.
Attraverso i questionari che l’ISS riceverà dai centri avremo a disposizione non soltanto informazioni precise sulla tipologia e sull’offerta delle strutture territoriali ma ci forniranno un profilo anche delle persone che hanno disturbi dell’alimentazione. Caratteristiche legate all’età, al genere, alla diagnosi, al trattamento o al supporto psicologico, saranno informazioni preziose per dare consistenza a un problema di cui per sua natura è difficile delineare i tratti.
Il progetto, in collaborazione con il Ministero della Salute, esperti Regionali, società scientifiche e associazioni di settore, diventa ancora più importante in questo contesto di emergenza sanitaria. Le comorbidità, infatti, associate ai DA possono essere fattori di rischio ulteriori per l’infezione se consideriamo anche che a causa dell’emergenza vi è una difficoltà a mantenere e incrementare l’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici.
Perciò è necessario identificare i DA e intervenire tempestivamente perché, se non adeguatamente trattati, aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo che, nei casi più gravi, possono portare alla morte.
I Disturbi dell’Alimentazione spesso coesistono anche con l’abuso di sostanze e presentano tratti psicologici e comportamentali simili, tra cui impulsività, la perdita di controllo e l’aumentato rischio di comportamenti autodistruttivi.
Nel Global Burden of Disease Study-GBD 2013, l’anoressia e la bulimia nervosa sono la dodicesima causa di disabilità per le donne di età compresa tra i 15 e 19 anni in paesi ad alto reddito (in aumento anche nei paesi a medio e basso reddito) il cui impatto è sottostimato considerando che ad oggi, nonostante l’elevata prevalenza, il GBD non tiene conto del binge eating.
(Fonte: ISS – Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping)
Fonte Salute.gov.it News