(ANSA) – WASHINGTON, 14 MAG – Kobe Bryant e la figlia Gianna “avevano una conoscenza effettiva di tutte le circostanze, dei particolari pericoli implicati e della loro grandezza. E andarono incontro ad un rischio noto, assumendosi volontariamente quello di un incidente, di lesioni”: cosi’ Island Express, la societa’ proprietaria dell’elicottero schiantatosi nella nebbia vicino a Los Angeles causando la morte della leggenda Nba, della figlia tredicenne e di altre sei persone, ha risposto alla causa intentata dalla vedova del campione, Vanessa Bryant, chiedendo che la richiesta danni venga respinta o ridotta. Per la compagnia, insomma, volare in elicottero e’ “un pericolo di per se'”, come se chi sale su questo mezzo dovesse sapere che rischia ogni volta la vita. La societa’ si spinge anche in campo metafisico, definendo la nebbia un “atto di Dio”.
Fonte Ansa.it