A Dubai la Cop28 doveva
ufficialmente essersi già chiusa. E invece si va ai tempi
supplementari, alla ricerca di un accordo di compromesso su una
nuova bozza che sia meno ‘deludente’ della precedente. Almeno
secondo la maggior parte dei 197 Paesi più l’Unione europea che
dal 30 novembre stanno partecipando ai negoziati. L’inviato Usa
per il clima, John Kerry, è tra coloro che ammettono progressi
nelle ultime ore.
Un nuovo testo è atteso nella notte e in mattinata potrebbe
esserci la riunione plenaria per un eventuale approvazione per
consenso: non è infatti richiesta una vera votazione, né
l’unanimità, tuttavia un via libera vale come impegno.
Un fronte ‘ambizioso’ di circa 130 Stati – composto dall’Ue e da varie alleanze che vanno dalle piccole isole-stato agli Usa
e l’Australia – ha presentato al presidente della Conferenza
Sultan Al Jaber un ‘paper’ con ‘le modifiche’ su tre punti:
uscita dai combustibili fossili (phaseout), finanza e misure
sugli aiuti. “Vogliamo che questa Cop segni l’inizio della fine
dei combustibili fossili”, ha affermato il commissario europeo
al Clima Wopke Hoekstra, postando su X anche le foto con Teresa
Ribera, vice presidente della Spagna (Paese che ha la presidenza
di turno dell’Ue) e grande esperta delle Conferenze delle
nazioni unite sui cambiamenti climatici, nell’incontro con Al
Jaber.
I negoziati proseguono (il ministro Pichetto e il collega
britannico Stuart sono già ripartiti) e nelle prossime ore è
attesa una nuova bozza e si vedrà se Al Jaber sarà riuscito a
far convergere i cinque petrol-stati dell’Opec (Arabia Saudita,
Iran, Iraq, Kuwait e Russia) che si sono fermamente opposti al
phaseout, ingaggiando un braccio di ferro che in alcuni momenti
ha fatto ipotizzare ad alcuni osservatori il fallimento di
questa Cop.
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Fonte Ansa.it