La Gen Z e il mondo del lavoro

La generazione dei baby boomer non ha conosciuto grandi difficoltà lavorative, almeno nel momento dell’ingresso nel mondo del lavoro. Superate le difficoltà del dopoguerra, hanno vissuto in un clima di ottimismo, con grandi opportunità da cogliere e con ottime possibilità di crescita professionali.

Uno scenario completamente differente da quello che si trova ad affrontare la generazione Z, che a breve costituirà una buona parte della forza lavoro. I giovani che devono trovare una professione provengono dalle incertezze dettate da una grave crisi economica, dalla pandemia da Covid 19 e hanno un occhio puntato costantemente sulle nuove tecnologie. 

Dovranno riuscire a farsi spazio in una realtà in cui la competizione è elevata ed è richiesto un alto grado di specializzazione. Le organizzazioni, dal canto loro, dovranno riuscire a comprendere le loro richieste e necessità, adattandosi per restare produttive e attrattive ai loro occhi.

Gen Z, le caratteristiche della nuova forza lavoro

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La generazione Z include tutti quei ragazzi nati tra il 1995 e il 2010 e che stanno per entrare nel mondo del lavoro. A breve rappresenteranno la forza prevalente e saranno i principali consumatori, con la maggiore possibilità di spesa.

Si tratta di individui che sono cresciuti con la tecnologia. Sono nativi digitali, hanno conosciuto il computer e lo smartphone fin dai primi anni di vita e ciò ha condizionato profondamente il loro modo di vedere il futuro e di socializzare. 

I ragazzi della generazione Z leggono i libri sui tablet o sugli e-reader, guardano i film e le serie tv dalle piattaforme di streaming, nei momenti che più ritengono opportuni. Sanno gestire il loro tempo e conversano ad ogni ora del giorno (e della notte) attraverso le app di messaggistica istantanea e sono quasi sempre reperibili. 

La generazione Z è la prima a non aver mai conosciuto un mondo senza Internet. È una generazione sempre connessa, che utilizza i social network e altre soluzioni per svolgere il proprio lavoro e gestire la quotidianità

Rispetto alle generazioni precedenti, sono estremamente competitivi e hanno poca fiducia nel prossimo. Nonostante ciò, sono molto attenti alle cause sociali e ambientali e cercano di apportare, con i loro comportamenti, dei miglioramenti alla società.

Hanno un livello di istruzione tendenzialmente molto elevato e sono fortemente reattivi agli stimoli che ricevono dall’esterno. Tutte queste caratteristiche gli permettono di entrare nel mondo del lavoro con un importante set di conoscenze e competenze, nettamente superiori a quelle dei Millennials, dei Baby Boomer e della generazione X. 

Le aziende, per poter accogliere e inserire in maniera produttiva la gen Z, devono adattarsi e modificarsi tenendo in considerazione richieste e necessità di questa straordinaria nuova forza lavoro.

Giovani della generazione Z, cosa cercano

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I giovani possono essere una grande risorsa per le aziende, ma sono molto più esigenti rispetto alle generazioni che li ha preceduti, soprattutto rispetto ai baby boomer e alla generazione X. Un appartenente alla generazione Z vuole un lavoro che sia in linea con le proprie passioni e che sia gratificante non solo dal punto di vista economico.

Sono fortemente intenzionati a trovare un equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, raggiungendo il massimo benessere possibile. Richiedono di flessibilità per ciò che riguarda le sedi e gli orari e propensione all’ascolto da parte dei superiori. 

Per poter lavorare mantenendo elevate prestazioni hanno bisogno di tecnologie all’avanguardia e non obsolete, momenti di socialità con riunioni e colloqui di persona e non solo tramite uno schermo.

I ragazzi della gen Z, come precedentemente affermato, sono molto competitivi. Si trovano a loro agio in un ambiente di lavoro in cui sono presenti costanti sfide e in cui le loro azioni, i loro successi e il raggiungimento degli obiettivi vengono prontamente riconosciuti.

Generazione Z e datori di lavoro, come trovare un punto d’incontro e avviare una collaborazione profittevole

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Se i giovani lavoratori sono ben consapevoli delle loro richieste e di ciò che ritengono irrinunciabile, ai datori di lavoro è richiesto uno sforzo considerevole per modificare comportamenti, abitudini e processi e integrare la nuova forza lavoro creando un ambiente di lavoro positivo, senza contrasti e producente.

I responsabili delle organizzazioni devono prendere coscienza del gap di competenze che potrebbe esserci tra la nuova forza lavoro e la precedente

Per soddisfare la competitività e il bisogno di crescere, è importante attivare percorsi di formazione e di aggiornamento interno, fissare alti traguardi e offrire l’opportunità di fare carriera. In questo modo i lavoratori riceveranno stimoli e saranno meno propensi ad accettare altre offerte lavorative.

L’ambiente di lavoro deve essere inclusivo, non devono essere presenti discriminazioni e deve esserci una forte attenzione alle cause sociali e all’ambiente anche da parte di coloro che rivestono i ruoli decisionali all’interno dell’organizzazione. È essenziale che ci sia affinità di valori tra lavoratori e i vertici aziendali.

La salute mentale dei dipendenti deve essere messa al primo posto. È importante concedere un buon grado di autonomia, flessibilità negli orari e offrire la possibilità di lavorare da remoto anche solo per alcuni giorni. È una buona pratica quella di mettere a disposizione dei dipendenti risorse e di organizzare giornate dedicate e seminari con psicologi del lavoro e altre figure professionali.

Sono particolarmente gradite dalla generazione Z i lavori che richiedono proattività e che permettono (o richiedono) degli spostamenti, di fare esperienze in altri Paesi e di viaggiare. 

A cura di Cultur-e

Fonte Fastweb.it

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