In Sicilia manca l’acqua e sono
cominciati i razionamenti. Gli invasi che servono per fornire le
tubature a Palermo e nella provincia sono al 50%. E l’Amap, la
società che gestisce l’acquedotto, ha fatto scattare il piano di
emergenza e ha abbassato la pressione nelle condotte. C’è paura
tra gli operatori per la prossima stagione turistica.
Per potere arrivare a fine anno la Sicilia deve recuperare
180 milioni di metri cubi d’acqua, la metà delle risorse idriche
necessarie per una gestione ordinaria annuale, ha certificato il
ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello
Musumeci spiegando che la Regione siciliana ha trasmesso alla
Protezione civile un elenco di 52 opere da realizzare. “Spero
che ci siano i progetti esecutivi – ha detto Musumeci – Vedremo
di trovare le coperture finanziarie almeno per i primi dieci
interventi”. Il governo di Renato Schifani ha inoltrato a Roma
la richiesta dello stato di emergenza per la siccità. “Gli
uffici ci stanno lavorando, sono convinto che sarà accolta – ha
anticipato il ministro – Questo consentirà di dare una cornice,
la Protezione civile inoltre procederà alla fornitura delle
autobotti. La legge dà la possibilità anche di requisire i pozzi
privati per fronteggiare le criticità”. Schifani intanto ha
formato la cabina di regia per l’emergenza idrica. “È una
struttura operativa e snella – ha detto Schifani – che dovrà
individuare e coordinare interventi rapidi e concreti contro
l’emergenza siccità”. Musumeci ha detto che “in Sicilia è fuori
dubbio che ci sia un’emergenza strutturale. Quarant’anni fa si
costruirono le dighe ma non furono collaudate, fu il mio
governo, quattro anni fa ad avviare i collaudi. Purtroppo è
mancata la programmazione nonostante il fiume di denaro: dalla
Cassa del Mezzogiorno fino ai fondi strutturali”.
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Fonte Ansa.it