La storia del porno su internet

Il 14 giugno del 1995 alla Camera del Senato di Washington DC, Jim Exon, un democratico di 74 anni del Nebraska, aveva iniziato un fervente discorso ai suoi colleghi. Il suo scopo era quello di esortare i suoi colleghi senatori a votare a favore dell’emendamento del senatore dell’Indiana Dan Coats al Communications Decency Act, o CDA, per estendere le leggi esistenti sull’indecenza e sull’oscenità ai servizi informatici interattivi del nascente Internet.Jim Exon sfoggiò un documento che conteneva ben 450.000 immagini pornografiche scaricate da quelli che all’epoca erano newsgroup gratuiti come alt.sex, alt.bestiality, sottolineando come raccogliere tutte quelle foto fu impresa difficile, cosa che ben presto, all’epoca, sarebbe diventata più semplice e veloce con l’avvento dei browser.Quello che può sembrare l’incipit di un romanzo storico, non è altro che l’inizio della storia del porno online. Come tutte le industrie, anche quella dei contenuti per adulti ha una propria storia, fatta di problemi, soluzioni e di una crescita esponenziale.I primi contenuti eroticiLa storia del porno ha radici lontane. Già nel 1900 ci sono delle tracce su un primo film commerciale “vagamente erotico”: “The Kiss”, pellicola distribuita da Thomas Edison che all’epoca destò scandalo per aver mostrato il primo bacio della storia del cinema. Alla fine degli anni cinquanta, con l’avvento della pellicola da 8 mm, il porno ebbe la sua prima esplosione. Vent’anni dopo è la volta delle videocassette negli Stati Uniti, con ben il 75% dei nastri venduti aveva un contenuto vietato ai minori. Ma è con l’avvento della rete che i contenuti pornografici sono diventati di dominio pubblico e alla portata di tutti. L’inizio non fu facile, e in molti provarono a mettere i bastoni tra le ruote, soprattutto all’interno del Congresso degli Stati Uniti.La pornografia come minacciaCi volle poco per etichettare i contenuti erotici e pornografici come una minaccia per la popolazione. Nel 1995 fu pubblicato uno studio realizzato dal Georgetown Law Journal intitolato “Marketing pornography on the Information Superhigway” in cui veniva dimostrato l’attrazione della popolazione statunitense verso questo tipo di contenuti: le immagini della ricerca furono scaricate oltre 8 milioni di volte in oltre 2.000 città.Lo studio venne ripreso dalla rivista “Time” che pubblicò una copertina il 3 luglio del 1995 che ritraeva un ragazzo imbambolato davanti ad un computer con gli occhi spalancati e la bocca aperta con il titolo esplicativo “Cyberporn”. Tali attenzioni della stampa scatenarono i gruppi per le libertà civili degli americani che ritenevano il porno un diritto sancito dalla libertà di parola. Ma il Senato e, successivamente, la Camera degli Stati Uniti approvarono un decreto per dare una stretta al porno online che prevedeva fino a due anni di reclusione ai distributori di materiale pornografico e osceno pubblicato online al quale potevano accedere persone di età inferiore a 18 anni di età.Nel 1996 Bill Clinton promulgò il Communications Decency Act, con tutte le norme approvate dal Congresso e dal Senato, ma per molti deputati statunitense le pene previste erano ancora leggere.Nascono i primi siti websito pornoNel maggio del 1996 Stephen Cohen in collaborazione con un esperto di marketing che gestiva una startup per annunci su siti web per adulti, diedero vita a sex.com, un indirizzo internet semplice da raggiungere da chiunque avesse un computer e un modem alla ricerca di porno online. Nonostante il regolamento federale, non c’era modo di fermare la diffusione del porno online, per non parlare di come determinare o far rispettare il limite di età degli utenti.Fu Cohen che ideò la maniera di fare soldi online con i contenuti per adulit senza richiedere alcun tipo di abbonamento ai suoi utenti, ma semplicemente facendo in modo che questi potessero cliccare sui dei banner pubblicitari, i primi in assoluto. Nascono così le cosiddette “Impression” e i “Pay per click”, due modalità che rivoluzionarono il concetto di pubblicità online.Cohen era un imprenditore, non un produttore di contenuti per adulti, a lui interessava solo come far soldi, e i video hard rano un mezzo semplice e vali. Ma aveva bisogno di contenuti. Così si rivolse ai veri produttori, che Cohen incontrò a Las Vegas durante il famoso convegno annuale AdultDex. Il successo di sex.com crebbe a dismisura, tanto che iniziarono a spuntare numerosi concorrenti, su tutti sexia.com che divenne l’oggetto di diverse dispute legali avviate dallo stesso Cohen.Le innovazioni del porno onlinepornoIl mondo, tutto ad un tratto, si accorse del porno online. Il Wall Street Journal sottolineò come i siti porno crescevano ogni giorno guadagnando cifre immense, ma accolse la vena innovatrice lanciata da queste realtà. Non solo nudo e sesso sul web, il porno permise di dare vita ad una serie di innovazioni che cambiarono internet per sempre rivoluzionando il marketing online, il sistema dei pagamenti sicuri online e degli abbonamenti web, e anche lo streaming dei video online.Molti “nerd” divennero dei veri re del porno guadagnando cifre spropositate, come dichiarò Bob Guccione editore della celebre rivista erotica Penthouse. Il 26 giugno del 1997, dopo oltre un anno di accesi dibattiti sulla censura di Internet, la Corte Suprema degli Stati Uniti decretò il Communications Decency Act sospeso per violazione del Primo Emendamento. Fu una grande vittoria per il porno americano e per quello mondiale, una vera industria che fattura miliardi di euro l’anno. 16 aprile 2020

Fonte Fastweb.it

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