L’11 aprile 2024 il produttore televisivo statunitense Max Paul Franklin ha pubblicato su X.com, un post che ha fatto molto discutere, raccontando cosa gli era capitato la notte tra 1 e 2 aprile. Alle 2 del mattino, trovandosi alle prese con un lieve malanno causato dal malfunzionamento della pompa dell’insulina, Max ha chiesto alla sua Tesla Model Y, dotata di sistema FSD (Full Self-Driving, ossia “a guida completamente autonoma”), di accompagnarlo in ospedale. Detto fatto, l’auto avrebbe percorso senza intoppi l’itinerario di 13 miglia (circa 20 km), parcheggiandosi davanti al pronto soccorso ed evitandogli ulteriori complicazioni di salute.
Elogi eccessivi. La storia pubblicata dal sig. Franklin prosegue con vari apprezzamenti nei confronti dell’auto (tra cui uno di elogio sui consumi che nulla ha a che vedere con il racconto), dell’azienda (“migliore di Porsche, Mercedes, BMW, Acura e Cadillac”) e del signor Musk (guarda caso, proprietario sia del social network X sia del marchio Tesla). Quest’ultimo ha prontamente risposto dicendosi lieto che il sistema FSD fosse “lì per aiutare”.
Puzza di pubblicità. Tutta questa auto-promozione ha portato parecchi utenti a storcere il naso circa la veridicità della notizia. D’altra parte nel 2023 l’FSD finì sotto inchiesta da parte del Dipartimento di Giustizia Americano per via dei numerosi incidenti avvenuti nella fase sperimentale, che portarono al richiamo in fabbrica di circa 360mila automobili nei soli Stati Uniti (Da allora, va detto, diversi aggiornamenti del software, giunto alla versione beta numero 12, sembrerebbero aver risolto alcune criticità). Ma stiamo parlando di una storia vera o di una invenzione pubblicitaria?
News o Fake News? Al momento, non ci sono elementi che facciano pensare a una fake news, ma almeno un paio di indizi spingono a credere che i fatti possano essere stati quantomeno un po’ gonfiati. Per prima cosa l’FSD, rilasciato in prova il mese scorso da Tesla su tutti i modelli abilitati, non è ancora completamente autonomo e richiede che il guidatore sia vigile e mantenga sempre il contatto con il volante, come specificato sul sito del costruttore.
Nel racconto questo viene omesso, spingendo a pensare che l’auto avesse fatto tutto da sola e che il “passeggero” potesse essere stato in condizioni di incoscienza (d’altra parte, è proprio così che hanno riportato la notizia alcuni mezzi d’informazione). C’è poi una seconda circostanza dubbia: quattro giorni dopo, in data 14 aprile, lo stesso account sig. Franklin ha postato un messaggio molto simile a una pubblicità occulta, nel quale spiega di aver sottoscritto l’abbonamento al sistema FSD per 99 dollari, aggiungendo di non poterne più fare a meno.
Déjà vù. Un terzo indizio è che le fonti giornalistiche più accreditate, dalla BBC alla CNN, dalla Reuters all’Ansa, non hanno riportato la notizia. Il che non vuol dire necessariamente che essa non sia vera (è possibile che l’abbiano derubricata a mera curiosità o a pezzo clickbite). D’altra parte, già nell’agosto di otto anni fa i mezzi di informazione pubblicarono una storia molto simile, quella di un signore di nome Joshua Neally di Springfield (Missouri), che stava tornando a casa dal suo studio legale quando, avvertito un forte dolore al petto, ha deciso di affidarsi al pilota semi-automatico della sua nuovissima Tesla Model X.
Il software, una versione ben più primitiva del FSD, lo ha condotto per 20 miglia lungo l’autostrada, mentre dallo svincolo in poi il sig. Neally ha dovuto raccogliere le forze e completare da sé il percorso fino all’ospedale. La differenza sostanziale con l’episodio del sig. Franklin sta nel fatto che allora Tesla non commentò la vicenda.
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Fonte Focus.it