Le opportunità (e i rischi ) dell’AI

C’è chi la considera il più grande rischio per l’umanità, chi la più grande scommessa per il futuro. Di certo l’Intelligenza artificiale (Ai) fa ormai parte della nostra vita quotidiana e martedì 27 febbraio alle ore 18:30 se ne parlerà al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, nell’incontro Dall’Intelligenza Artificiale agli impianti nel cervello: l’essere umano non sarà più solo biologico? – il primo della nuova serie Fatti per Capire, il progetto di Barbara Gallavotti, realizzato dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia.

Proprio a Barbara Gallavotti abbiamo chiesto tre motivi per non temere l’Intelligenza artificiale… e tre motivi per temerla.

Tre motivi per non avere paura dell’Intelligenza artificiale

«Il primo motivo per non temerla è che è utile», dice Gallavotti. «Molte delle applicazioni dell’Ai, infatti, non ci fanno concorrenza, perché riguardano qualcosa che noi non sapremmo fare, o che ci richiederebbe un tempo esagerato. Come mettere a confronto una radiografia con innumerevoli altre per individuare in una frazione di secondo un punto nell’immagine che può rafforzare il sospetto di uno specialista. Oppure simulare l’avvolgimento tridimensionale di una proteina per predire se sarebbe un buon farmaco una volta introdotta nel corpo umano».

«Il secondo motivo per non temerla è che non è una minaccia ma un supporto alla creatività: per come è disegnata, infatti, l’Ai non può violare le regole su cui è fondata, mentre la creatività è data proprio dalla capacità di rompere gli schemi. Di fatto, molti artisti la stanno già utilizzando».

«Il terzo motivo è la sua capacità di farci risparmiare tempo e di alleggerirci, prendendosi carico di compiti che – a differenza di quelli citati prima – noi effettivamente potremmo svolgere, ma preferiremmo non farlo per dedicarci ad altro. Mi vengono in mente i papiri di Ercolano, che sono stati danneggiati dal fuoco e non si riescono a leggere bene: l’intelligenza artificiale può supportare nel lavoro estenuante di ricostruire i testi in modo che i filologi possano studiarli e interpretarli». 

Tre motivi per temere l’Intelligenza artificiale

Non mancano, però, le preoccupazioni. «La prima riguarda l’impatto ambientale dei server. Non solo l’intelligenza artificiale richiede molta più energia di internet, ma c’è da mettere anche in conto l’acqua necessaria a raffreddare i server. Secondo quanto riporta Mario Rasetti, docente emerito di fisica al Politecnico di Torino che parteciperà all’incontro di martedì, l’addestramento di Gpt-3 ha portato al consumo di ben 700.000 litri di acqua mentre una conversazione tra un utente medio e una chatbot equivale all’incirca al consumo di una bottiglia di acqua».

«Il secondo punto è l’impatto sul mondo del lavoro. Già oggi il software è in grado di svolgere le funzioni di un call center, di tradurre e di confezionare notizie. Bisognerà dunque supportare quei professionisti che rischiano di essere travolti da questa transizione».

«Il terzo motivo per temere l’Intelligenza artificiale è il cattivo uso che se ne potrebbe fare, dallo sviluppo di sostanze pericolose alla creazione di notizie false e alla violazione del copyright». È dunque ora di rimboccarsi le maniche e pensare alle soluzioni; questo è qualcosa che solo noi umani possiamo fare.

Fatti per capire

Come detto, di AI se ne parlerà nel primo live della nuova stagione di Fatti per Capire, il progetto di Barbara Gallavotti, realizzato dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. Quali vantaggi ci porta e quali problemi invece ci obbliga ad affrontare?

Ne parleranno martedì 27 febbraio alle ore 18.30, presso la Sala Cenacolo del Museo: Giulio Sandini, Direttore Fondatore dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Professore ordinario di Bioingegneria presso l’Università di Genova, si occupa di robotica e scienze cognitive; Mario Rasetti, Professore emerito di Fisica Teorica al Politecnico di Torino, ha costituito CENTAI, di cui è Presidente del Consiglio Scientifico, si occupa di meccanica statistica, informazione e computazione quantistica e “Big Data”; Luca Berdondini, Responsabile del laboratorio di Microtecnologia per le neuroscienze e co-fondatore della start-up Corticale all’Istituto Italiano di Tecnologia,  Roberto Poli, futurologo e Professore ordinario di Logica e Filosofia della Scienza all’Università di Trento dove insegna Previsione sociale ed Epistemologia delle scienze sociali.

Il successivo appuntamento di Fatti per Capire live si terrà giovedì 4 aprile alle ore 18.30.

Fatti per Capire nasce con il duplice obiettivo di supportare i media e il pubblico: da un lato, aiutare il pubblico a orientarsi tra notizie legate all’attualità scientifica; dall’altro, rappresentare una porta di accesso per i giornalisti sui temi più attuali e controversi del mondo della ricerca.

Fonte Focus.it

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