Le trame di Anna Moro-Lin per tessere i colori di Venezia

di Roberto Nardi (ANSA) – VENEZIA, 05 LUG – L’arte di Anna Moro-Lin è come un bagaglio “leggero” da trasportare. E’ fatto di garze, carte colorate, fili di ferro, colle, veline, talvolta di scarti raccolti per strada che nella loro essenzialità racchiudono e aprono nel contempo visioni verso un mondo che pone domande, chiede ricerche, a cui l’artista cerca di dare risposte con i suoi lavori.
    Una ventina di queste opere, soprattutto di grandi dimensioni, di fatto installazioni, sono da pochi giorni entrate a far parte del patrimonio della Fondazione dei Musei Civici grazie a una donazione fatta dall’artista, che ha compiuto 90 anni, al Comune di Venezia. Lavori che saranno collocati al museo di Palazzo Mocenigo-Centro Studi del tessuto, del costume e del profumo, che ha edito un volume intitolato “Anna Moro-Lin Tramalogie”.
    Sono tracce di un “racconto visivo” cominciato dall’artista negli anni ’70, pioniera di una tendenza internazionale che va sotto il nome di Fiber Art, che partendo quasi da un presupposto scientifico – “trovare le ragioni, le motivazioni di ciò che mi fa scattare un’emozione” – sembrano tornare sempre all’essenza del suo radicato rapporto con Venezia, con le sue atmosfere, con i suoi colori che non sono mai “primari” ma fatti di mille vartiazioni, specie di blu. In questi mesi di chiusura forzata a causa della pandemia per il Covid19, racconta di aver sofferto molto, di essersi “inventata” nelle ultime settimane una necessità reale di uscire di casa per spingersi a vedere la laguna. “I mie lavori – dice – possono essere fissati con spilli alla parete come macchie di colore, come spazi privilegiati: forse tappeti volanti”. E una ventina di tappeti di carta compongono un’opera-installazione “atterrata” a Palazzo Mocenigo. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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