(ANSA) – ROMA, 05 MAG – Per i fan dei Beatles aprile e maggio sono due mesi drammatici: il 10 aprile 1970, in un’ormai celeberrima intervista, Paul McCartney annunciava la sua uscita dal gruppo, rendendo ufficiale la fine dei Fab Four. Una settimana dopo usciva il suo primo disco solista. A un mese di distanza, l’8 maggio 1970 usciva “Let It Be”, ultimo atto ufficiale della band che ha cambiato il mondo e che si congedava facendo uscire contemporaneamente anche un documentario, diretto da Michael Lindsay Hogg, che raccontava le sedute di registrazione, compreso il leggendario concerto sul tetto del quartier generale della Apple Records di Savile Row a Londra.
“Let It Be” è il prodotto di una band che all’epoca era ben oltre la crisi: Paul spingeva per riprendere a fare concerti, George, sempre più frustrato per il poco spazio che veniva concesso alle sue composizioni, era il più fiero oppositore al ritorno al live. Dopo una lite furibonda con John aveva lasciato la band. Lennon dal canto suo non nascondeva la sua voglia di andare da solo e la sua insofferenza per le scelte di Paul che sempre più cercava di assumere il ruolo di leader. A ricucire gli strappi, era Ringo, naturalmente votato per carattere alla mediazione. La situazione era così complicata che alla fine i nastri delle sedute di registrazione erano rimasti abbandonati negli armadi.
A completare il lavoro, fu chiamato un nume tutelare, Phil Spector, il leggendario produttore del Wall of Sound che oggi sta scontando in carcere una condanna a 19 anni per omicidio di secondo grado. Furono Lennon e Harrison a convincerlo a mettere mano a quei nastri: e lui lo fece a modo suo, intervenendo nell’editing e aggiungendo parti orchestrali e cori.
Il più celebre di questi interventi è rappresentato dagli archi di “The Long and Winding Road” inseriti a insaputa di McCartney che non ha mai digerito questa scelta, tanto da pubblicare nel 2003 la versione “naked”, nuda. Spector produrrà anche le prove soliste di Lennon ed Harrison, due capolavori: “Plastic Ono Band” e “All Things Must Pass”. (ANSA).
Fonte Ansa.it