(ANSA) – TORINO, 14 OTT – Diminuiscono ancora i lettori in
Italia e, durante la pandemia, sono aumentate le disparità
legate al livello socio-economico, culturale e geografico. La
percentuale degli italiani (15-75 anni) che leggono è oggi al
56% a fronte del 59% del 2020 e del 65% del 2019. Il calo è più
forte nella fascia d’età 15-17 anni. Chi vive al Sud legge
sempre meno libri: si passa dal 41% del 2019 al 40% del 2020 e
al 35% del 2021. Emerge dalla ricerca del Centro per il libro e
la lettura (Cepell) e dell’Associazione Italiana Editori (Aie),
presentata al Salone del Libro nel convegno Leggere in pandemia
#1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani.
“E’ da tempo che diciamo che la lettura è un’emergenza
nazionale. Come evidenziato dalla ricerca, la vera emergenza è
proprio questa: le disparità all’interno della società italiana”
spiega il presidente dell’Aie, Ricardo Franco Levi. “Il divario
si è approfondito, come altre disuguaglianze durante la
pandemia. Questo è il campo della sfida e di un necessario
cambio di rotta”, commenta il presidente del Centro per il libro
e la lettura Marino Sinibaldi.
I lettori con basso titolo di studio oggi sono il 36%, in
calo di 14 punti percentuali in due anni, mentre i lettori con
la laurea sono l’84%, in calo di 7 punti.
Un mercato sempre più dipendente da pochi, forti lettori che
leggono mediamente 17 libri l’anno, 3 in più di quanti non ne
leggessero nel 2020. Oltre a leggere, comprano anche più di
prima: in media 12,3 libri, due e mezzo in più dell’anno
precedente. (ANSA).
Fonte Ansa.it