L’ex moglie di Vallanzasca, perché umiliare un uomo distrutto?

(ANSA) – MILANO, 17 GIU – “Quanto deve pagare ancora? Dopo 50
anni di carcere e una condizione di salute precaria, anzi
peggio. Rifiutare le misure alternative a Renato Vallanzasca
significa non solo condannarlo al carcere a vita, cosa che già è
avvenuta e all’impossibilità di vivere uno stralcio di
normalità, ma anche umiliare un uomo ormai ridotto all’ombra non
di quello che era, ma di quello che tutti hanno pensato che
fosse”. E’ Antonella D’Agostino, ex moglie di Renato
Vallanzasca, al quale recentemente è stata negata la detenzione
domiciliare in una struttura per essere curato, a scrivere una
lettera all’ANSA in cui ricorda che l’ex marito “ha vissuto otto
anni in semilibertà e poi ai domiciliari senza fare niente di
male. E quando portò via quelle mutande dal supermercato capii
che nel suo cervello qualcosa aveva cominciato a non
funzionare”.
    “Da fuori ho sofferto ogni volta che ho visto quelle sue
smargiassate che lo hanno reso il ‘Bel Renè’ soprannome che ha
sempre odiato ma siccome faceva figo se lo è tenuto”, continua
Antonella D’Agostino che conosce l’ex marito da quando erano
bambini e chiede: “Quanto deve pagare ancora perché possa morire
in pace? E sia chiaro non da uomo libero, ma affidato a una
struttura. Ormai lo avete piegato per sempre. Dimentichiamo gli
occhi azzurri e il suo fascino. E’ l’ombra di sé stesso. Una
larva umana. Che forse merita un po’ di pietà. A meno che 50
anni di carcere vi sembrino pochi”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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