LinkedIn chiuderà in Cina per “la concorrenza agguerrita e il clima macroeconomico difficile”. L’azienda, di proprietà di Microsoft, è stata una delle poche società tecnologiche statunitensi a gestire un social media in un paese in cui Internet è fortemente censurato. Ha introdotto una versione domestica della piattaforma, gestita localmente, per conformarsi alle regole: si chiama InCareer e chiuderà il 9 agosto. Il ritiro dalla Cina comporta, ha detto il Ceo Ryan Roslansky, “una riduzione dei ruoli per 716 dipendenti”.
Il cambiamento annunciato da Roslansky in una lettera è volto a rispondere alle condizioni economiche globali e a rendere il business più agile. “Con il mercato e la domanda dei clienti che fluttuano e per servire i mercati emergenti in modo più efficace, stiamo espandendo l’uso dei fornitori – ha affermato il Ceo di LinkedIn – E stiamo anche riducendo i ruoli di management per prendere decisioni più rapidamente”.
LinkedIn ha raggiunto una rapida ascesa nel Paese beneficiando di una cultura delle connessioni in cui i propri contatti e la propria rete professionale sono risorse essenziali. Tuttavia, è stata poi emarginato negli ultimi anni poiché le app locali sono aumentate di popolarità.
Le aziende tecnologiche che operano in Cina sono sotto pressione per bloccare i contenuti indesiderati e gli argomenti considerati politicamente sensibili in nome della stabilità sociale. Facebook, Twitter, Instagram e YouTube, sono bloccati perché non rispettano le normative rigide e spesso oscure del paese. Google è andata via dalla Cina nel 2010. Nei primi sei mesi del 2023 – secondo Layoffs.fyi – sono stati tagliati più di 270.000 posti di lavoro nel settore tecnologico in tutto il mondo.
Fonte Ansa.it