(ANSA) – ROMA, 13 GIU – Il rischio di essere sostituiti
dall’Intelligenza Artificiale diventerà reale soltanto se
poniamo l’essere umano sullo stesso piano delle macchine e se
pensiamo come loro: lo afferma Federico Faggin, nome legato alla
rivoluzionaria invenzione del microprocessore, che oggi è alla
base di tutti i computer. “L’AI ci farà fuori se non prendiamo
coscienza di chi siamo”, commenta Faggin: “Se invece pensiamo di
essere più di una macchina, allora ci comporteremo come qualcosa
di più di una macchina”. Il fisico di origini vicentine e
statunitense d’adozione è stato oggi ospite dell’Università
Cattolica di Milano, proprio per parlare del tema della
coscienza in rapporto all’Intelligenza Artificiale.
“Il problema estremamente importante della coscienza di
questi oggetti e della loro capacità di essere coscienti o
autocoscienti – aggiunge Franco Anelli, Rettore dell’Università
Cattolica – è quello che ci poniamo oggi”. Punto di partenza
della discussione il saggio di Federico Faggin dal titolo ‘Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra
natura’. “Per anni ho inutilmente cercato di capire come la
coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, ma
sensazioni e sentimenti sono qualitativamente diversi”, prosegue
Faggin: “È la coscienza che fa la differenza tra robot ed esseri
umani”. (ANSA).
Fonte Ansa.it