Alessandro Pasquali ha iniziato il suo cammino in un mercato dominato dai giganti della tecnologia (vedi Focus 322): la sua idea è usare la luce del Sole e delle lampadine per comunicare una quantità di dati potenzialmente molto maggiore di quella di una normale connessione Wi-Fi. Ora la sua startup svizzera, Slux, lancia sul mercato il primo prodotto: Photonic Explorer, una specie di radio che però si usa per ascoltare… la luce. Questa stessa tecnologia verrà inserita tra le funzionalità degli smartphone della compagnia telefonica europea Wings mobile.
Silenzio: ascolta il sole. «Questo prodotto rappresenta il capostipite dei ricevitori di fotoni», illustra Pasquali. Per comunicare, infatti, c’è sempre bisogno di un emettitore e di un ricevitore. Il giovane inventore li sta sviluppando entrambi, ma per i suoi primi prodotti in vendita ha deciso di partire proprio dai ricevitori. «Utilizziamo una tecnica tra le più semplici, che permette di ascoltare il suono di qualunque tipo di luce naturale o artificiale: il Sole, la Luna, un lampione», spiega Pasquali.
In realtà non si tratta di un suono diretto, ma della traduzione in suono di un segnale di natura diversa, la luce appunto, per mezzo di circuiti elettronici. Photonic Explorer può essere usato in due modalità, dette alpha e beta. La prima è più adatta alla luce naturale, la seconda a fasci di luce più intensi e direzionati. «A me piace ascoltare il Sole, il suono ricorda molto lo scorrere di un fiume (in effetti si tratta di un fiume di fotoni) ed è molto rilassante, perfino benefico», enfatizza Pasquali. «Rafforza la connessione con la natura».
per usi scientifici. L’apparecchio è talmente sensibile che permette di osservare, o meglio di udire, ogni possibile fattore che influenza in maniera più o meno diretta l’illuminazione che raggiunge l’apparecchio. E così è possibile udire il passaggio di una nuvola, ma anche di una turbolenza nell’aria, di un uccello, e perfino di insetti. «Lo strumento potrebbe essere adatto anche a usi scientifici», sottolinea Pasquali, «per esempio per monitorare il meteo o la presenza di insetti al fine di valutazioni ambientali».
Fonte Focus.it