La produzione mondiale di pasta oggi
sfiora i 17 milioni di tonnellate e l’Italia è ancora prima al
mondo nella classifica dei paesi produttori, con 3,6 milioni di
tonnellate (precediamo Turchia e Usa) e un fatturato che sfiora
i 7 miliardi di euro. Gli italiani ne sono i più grandi
consumatori, con circa 23 chili annui pro-capite e un totale di
1,3 milioni di tonnellate consumate, ma anche quelli che più di
tutti la fanno conoscere al resto del mondo: ben oltre la metà
della produzione nazionale di pasta è destinata all’estero
(circa il 61%). Il buon andamento dell’export è confermato da
un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati Istat
(gennaio-dicembre 2023): oltre 2,2 mln di tonnellate esportate,
con una leggera contrazione in termini di volumi (-3,7% rispetto
al 2022), che ha interessato gran parte del comparto
agroalimentare, a fronte di un valore pari a 3,8 mld di euro
(+3% rispetto al 2022).
Della pasta esportata circa 1,5 mln di tonnellate è destinato
ai paesi dell’Ue mentre quasi 780.000 tonnellate finiscono in
paesi terzi. La voglia di spaghetti&co prodotti nel Belpaese
registra crescite tra il 5 e il 20% in Brasile, Israele,
Finlandia, Slovenia, Albania, Marocco, Perù, Lussemburgo,
Portogallo, tra il 20 e il 50% in Libano, Australia, Somalia,
Georgia, Cuba, Egitto, Pakistan, Nepal, superiori al 50% in
paesi asiatici come Mongolia, Pakistan e Sri Lanka. Buoni
segnali rispetto ai consumi si registrano anche in alcuni paesi
africani come Camerun, Ruanda, Mozambico e Nigeria, favoriti
probabilmente da un piccolo incremento del turismo in queste
zone. Infine, sono quasi raddoppiati in venticinque anni i paesi
dove si consuma più di 1 kg pro capite di pasta all’anno. In
Italia il consumo pro capite è di 23 chilogrammi, contro i 17 kg
della Tunisia, seconda in questa speciale classifica. Seguono
Venezuela (15 kg), Grecia (12,2 kg), Perù (9,9 kg) Cile (9,6
kg), Stati Uniti (8,8 kg), Turchia (8,7 kg), Iran (8,5 kg),
Francia (8,3 kg) e Germania (7,9 kg).
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Fonte Ansa.it