L’ondata di Covid in Cina minaccia i conti di Apple

L’ondata di Covid in Cina fa tremare Apple, che rischia di interrompere la serie positiva di 14 trimestri consecutivi di aumento dei ricavi. Dopo le tensioni all’impianto Foxconn di Zhengzhou, conosciuto anche come ‘iPhone City’, Cupertino ora si trova infatti di fronte a un nuovo e probabilmente più duraturo rischio: la mancanza di lavoratori a causa del boom dei contagi da coronavirus. E il titolo della società, il 27 dicembre, ha chiuso in calo a Wall Street, perdendo l’1,4% scendendo ai minimi dal giugno del 2021.

L’inversione di tendenza di Pechino sulla politica del ‘zero Covid’ ha causato un balzo dei casi – fino a 250 milioni di contagiati solo nei primi 20 giorni di dicembre, secondo i dati del Financial Times – con possibili implicazioni sulla disponibilità della forza lavoro. E per Apple si tratta di una grana non da poco considerato che il big realizza un quinto dei ricavi dalle vendite in Cina e, soprattutto, assemblea nel paese più del 90% dei suoi iPhone. Gli analisti stimano che l’ondata di Covid cinese contribuirà a un calo dei ricavi nel trimestre in corso sotto il record di 123,9 miliardi di dollari segnato nello stesso periodo dello scorso anni, per una contrazione dell’utile dell’8%. “I prossimi due-sei mesi saranno cruciali per la catena di approvvigionamento di Apple”, osservando alcuni analisti con il Financial Times. Per l’amministratore delegato Tim Cook insomma una sfida non indifferente, dalla quale potrebbe dipendere la sua eredità. Mentre molti osservatori chiedono un piano B per la produzione fuori dalla Cina, Apple ha già iniziato a cercare alternative spingendo sull’India e sul Vietnam. Ma ci vorrà del tempo prima che gli sforzi messi in campo portino dei frutti.

Il boom di Covid in Cina crea problema anche a Tesla. Il colosso delle auto elettriche ha sospeso sabato – con un giorno di anticipo rispetto al previsto – la sua produzione all’impianto di Shanghai in seguito ai contagi e al rallentamento della domanda. Uno stop che alimenta i timori degli investitori sulle prospettive della casa automobilistica, sotto pressione da mesi e avviata a chiudere a Wall Street il peggiore anno della sua storia. I titoli di Tesla, fino a pochi mesi fa la casa automobilistica che valeva più al mondo, hanno infatti perso il 70% dal picco del novembre 2021 e la parabola di calo sembra destinata a proseguire fra una concorrenza sempre più agguerrita e Elon Musk distratto da Twitter. Da quando il miliardario ha acquistato la società che cinguetta – finanziando parte dell’operazione con la vendita di azioni Tesla – i titoli del colosso delle auto elettriche hanno accentuato il loro calo. Le recenti rassicurazioni di Musk sul suo passo indietro dalla guida di Twitter non appena avrà trovato un successore adeguato non sembrano aver avuto effetto sugli investitori. Il miliardario però non si è scomposto e si è detto ottimista per Tesla. “C’e’ un clima tempestoso di fronte a noi, ma dopo ci sarà il sole”

Fonte Ansa.it

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