Con alcune delle sue opere iconiche,
dal grande ragno Spider alle Cells – a partire dalla storica The
last Climb con la scala del suo ultimo studio di Brooklyn – dai
marmi rosa agli arazzi alla serie sospesa dei fluidi Janus,
Louise Bourgeois è la prima donna a conquistare una monografica
nella meravigliosa Galleria Borghese.
”L’inconscio e la memoria”, questo il titolo
dell’esposizione – visitabile dal 21 giugno al 15 settembre –
propone alcune importanti opere della grande artista scomparsa
nel 2010 a New York, legate al suo rapporto con l’Italia. È
infatti il 1967 quando, viaggiando per la prima volta da sola,
si stabilisce per qualche mese a Pietrasanta e qui, con gli
spostamenti a Carrara ed anche a Roma, scopre tra la stessa
Galleria Borghese, i musei Vaticani e molto altro, alcuni dei
cardini della storia dell’arte che affondano le radici nel
marmo. Il suo rapporto con l’Italia e la collezione Borghese ha
influenzato non poco la sua pratica creativa, spiega la
direttrice della Galleria Francesca Cappelletti sottolineando
che quella di Louise Bourgeois ӏ una scultura che ha dentro
tutto il Novecento”.
Il percorso della mostra, spiega ancora Cappelletti,
attraversa le sale principali del museo in un dialogo di temi e
materia. Prosegue anche nel Giardino della Meridiana e in alcune
sale del primo piano che ”vedono già alcuni interventi per i
lavori in corso alla Galleria con un allestimento temporaneo’,
sottolinea Cappelletti, con un interessante focus su alcuni
dettagli, come nella sala della Danae del Correggio dove si
trovano le sue teste bianche della Cell XX. La mostra, ideata da
Cloè Perrone e curata con Geraldine Leardi e Philip
Larratt-Smith, propone in tutto circa 20 opere scultoree ed è
realizzata in collaborazione con The Easton Foundation e
l’Accademia di Francia a Roma. E proprio a Villa Medici viene
ospitata per l’occasione un’opera dell’artista, No exit.
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