(ANSA) – CANNES, 26 MAG – Baz Luhrmann, il visionario regista
australiano di Romeo + Juliet, Moulin Rouge!, Il Grande Gatsby,
fa film come imprese epiche con studi, preparazioni, maniacale
cura dei dettagli dai costumi all’ultimo ruolo. E si lega
sentimentalmente alle sue opere, ne è scosso lui per primo. Così
alla conferenza stampa per Elvis a Cannes, dove ieri la premiere
mondiale, presenti i protagonisti Austin Butler e Tom Hanks
(oltre ai Maneskin) ha avuto un’accoglienza trionfale lanciando
subito il film in zona Oscar 2023, Luhrmann era quasi commosso
raccontando cosa era accaduto. Priscilla Presley, la donna che
il re del rock ‘n roll aveva sposato nel 1967 per separarsene
nel 1973 rimanendole comunque legato, aveva già visto
privatamente il film e approvato, con una dichiarazione diffusa
sui social. Ieri la vedova, 77 anni, era presente in sala a
Cannes, ha pianto alla fine del film e gli ha detto: “se mio
marito fosse qui oggi, direbbe ‘dannazione, sono io’… è stata
– ha detto Luhrmann – la recensione migliore che abbia mai
avuto”.
Luhrmann ha sottolineato come abbia voluto far emergere nel
film il contesto culturale in cui è nato Elvis, il Mississippi,
il profondo povero sud americano, cresciuto in strada in una
comunità nera. “Mi piace che il pubblico capisca cosa hanno
significato i suoi inizi lì e come potente era la sua
ispirazione. L’amore di Elvis per il gospel e il blues è stata
un’autentica reazione alla musica che stava ascoltando
crescendo, essendo l’unica famiglia bianca in un quartiere nero
a Memphis. “La musica che è uscita da Elvis è stata la musica
della sua infanzia e adolescenza, quella che ha assorbito nelle
sue amicizie con i musicisti neri emergenti, come BB King. Elvis
– ha proseguito Luhrmann – per tutta la vita non ha fatto che
dire, ‘Non ho inventato il Rock and Roll, ho solo dato la mia
interpretazione. Io non sono il re'”. (ANSA).
Fonte Ansa.it