La missione che, nel luglio del 1969, portò gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin a calpestare il suolo lunare per la prima volta nella storia dell’Umanità fu anche una tra le più rischiose mai concepite nell’esplorazione spaziale. Al punto che – come si scoprì successivamente – il presidente americano Richard Nixon si era preparato un discorso da leggere al mondo intero in caso di esito sfavorevole, per comunicare la notizia della morte degli astronauti sulla Luna.
Per fortuna, non fu necessario. Ma, nel caso, come sarebbero andate le cose? Per farsene un’idea si può guardare il video prodotto da un gruppo di ricercatori del MIT di Boston a distanza di oltre quarant’anni dai fatti, video in cui si vede Richard Nixon che, con tono accorato, comunica la tragica notizia della perdita della vite di “questi uomini impavidi”.
A che scopo? Il video è una dimostrazione di deepfake, ovvero la tecnica con cui si sostituiscono dei volti in un video esistente grazie a software estremamente avanzati, guidati da intelligenza artificiale. Il team guidato da D Fox Harrell, professore di media digitali e intelligenza artificiale al MIT e direttore del MIT Center for Advanced Virtuality, ha “fuso” i movimenti di un attore, che legge il discorso, con il volto e la voce di Nixon, producendo un effetto sbalorditivo.
La finalità del video, secondo i suoi autori, è aumentare la consapevolezza dell’altissima qualità raggiunta dalla tecnologia deepfake, sensibilizzando le persone affinché stiano in guardia dal pericolo di disinformazione e di manipolazione delle notizie. A questo scopo, oltre al film, il MIT ha lanciato un sito web interattivo www.moondisaster.org, dove è possibile trovare risorse e informazioni che consentono di capire come funziona il deepfake e come combatterlo.
Per chi fosse interessato, qui sotto, la traduzione in italiano del discorso del presidente Nixon:
Il destino ha voluto che gli uomini che sono andati sulla Luna per esplorarla in pace, rimarranno sulla Luna per riposare in pace.
Questi uomini impavidi, Neil Armstrong ed Edwin Aldrin, sanno che non c’è speranza per il loro recupero. Ma sanno che c’è speranza per l’umanità nel loro sacrificio.
Questi due uomini stanno donando le loro vite per l’obiettivo più nobile dell’umanità: la ricerca della verità e della conoscenza.
Si addoloreranno le loro famiglie e i loro amici; si addolorerà la loro nazione; si addolorerà tutta la gente del mondo; si addolorerà la Madre Terra per avere osato mandare due dei suoi figli verso l’ignoto.
Nella loro esplorazione, hanno unito le popolazioni del mondo come se fosse una; nel loro sacrificio, hanno legato ancora più strettamente la fratellanza tra gli uomini.
Nei tempi antichi, gli uomini hanno guardato le stelle e hanno visto i loro eroi nelle costellazioni. Oggi, noi facciamo lo stesso, ma i nostri eroi sono uomini in carne e ossa.
Altri seguiranno e certamente troveranno la loro via di casa. La ricerca dell’Uomo non verrà negata. Ma questi uomini erano i primi, e i primi resteranno nei nostri cuori.
Ogni uomo che guarderà la Luna nella notte, saprà che c’è, da qualche parte, un piccolo angolo che sarà per sempre l’umanità.
Fonte Focus.it