(ANSA) – ROMA, 18 GIU – Prendono ufficialmente il via gli
Esami di Stato 2023 che vedranno impegnati 536.008 studenti
(521.015 candidati interni e 14.993 esterni), mentre le
commissioni sono 14.000, per un totale 27.895 classi. Le prove
della Maturità vedranno coinvolti anche decine di migliaia di
docenti, tra presidenti e commissari d’esame: saranno loro,
suddivisi in 14.000 commissioni, a giudicare l’esito delle tre
prove (due scritte e l’orale conclusivo). Si partirà mercoledì
21 giugno, alle 8,30, con la prova di italiano; il giorno dopo
si svolgerà quella disciplinare, sempre scritta. Già domani,
lunedì 19 luglio, le commissioni (miste, con tre docenti esterni
più il presidente) si insedieranno dando vita alla seduta
plenaria per l’organizzazione generale dei lavori, a partire
dalla definizione del calendario dei colloqui.
Si torna, dunque, alle tre prove “classiche” dopo tre anni di
Covid, ma a livello di remunerazione – lamentano i sindacati –
non cambia praticamente nulla per i docenti e i dirigenti
scolastici coinvolti, a cui spettano i compensi di oltre 15 anni
fa, quando fu approvato il decreto interministeriale del 24
maggio 2007 e successiva nota n. 7054 del 2 luglio 2007 con le
nuove tabelle: le quote-base per la funzione svolta vanno da 400
a 1.200 euro lordi, a cui bisogna aggiungere eventuali
maggiorazioni, soprattutto per chi deve affrontare i costi per
la “trasferta”.
“Essendo delle somme rigorosamente lordo Stato, quindi da
dimezzare, riteniamo quasi offensivo dovere ancora una volta
commentare quanto siano esigue – dichiara Marcello Pacifico,
presidente nazionale Anief – , soprattutto se pensiamo che solo
nell’ultimo biennio l’aumento dell’inflazione è di due cifre.
Come si fa a pensare di remunerare con compensi così inadeguati
degli insegnanti professionisti che già percepiscono stipendi
mossi in avanti solamente nel 2018, del 3,42 per cento, e poi lo
scorso dicembre, con Anief firmataria, di oltre il 4 per
cento?”. (ANSA).
Fonte Ansa.it